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di Salvatore Arnieri

Questo articolo è parte del progetto Il circo italiano a Monte Carlo, che racconta i vincitori tricolore della più importante manifestazione circense al mondo. Scopri tutti i video, gli articoli e le interviste.

Partecipare a un festival non significa solo promuovere il proprio lavoro, ma anche rappresentare la propria nazione, un po’ come nelle competizioni sportive, nelle grandi rassegne artistiche o ancora meglio nelle esposizioni universali. Con l’aspirazione di fare arrivare agli spettatori alcune delle caratteristiche della cultura del proprio paese. Questo appare palese al circo con molte grandi troupe cinesi o dei paesi dell’est, ma anche Vinicio Togni Canestrelli, che ha fatto di questo aspetto uno dei punti fondanti del proprio lavoro.

Vinicio Togni e S.A.S. la Principessa Stéphanie.

Sognando in grande

Vinicio Togni è uno degli artisti equestri più ambiziosi del nostro paese e da molti anni crea numeri di altissimo livello. La sua cavalleria di diciotto elementi, composta da dodici lipizzani e sei frisoni, così come la precedente di otto cavalli sanfratellani, una razza italiana raramente usata negli spettacoli equestri, avevano tutte le carte in regola per concorrere nel più prestigioso dei festival. Tuttavia, per vari motivi, non vi è stata l’opportunità, lasciando per altro un po’ di amarezza. Solo dopo la fine prematura della cavalleria di diciotto elementi Vinicio ha iniziato a lavorare con un nuovo gruppo di giovani cavalli per il suo progetto più ambizioso: il grande carosello equestre. Questo splendido tableau si componeva di ventiquattro cavalli: nove frisoni, sei lipizzani, tre lusitani palomini e sei criolli pezzati. Sarà proprio questo numero a coronare finalmente il sogno dell’addestratore di esibirsi nella più importante delle piste, quella del Festival di Monte Carlo.

Latina, trampolino di lancio

Un ruolo chiave nell’approdo del grande carosello nel Principato è stato giocato dalla famiglia Montico. Infatti, il numero è stato invitato dopo il successo come special guest nella pista del Festival di Latina. Fu proprio il compianto Giulio Montico, trovatosi casualmente al circo di Canestrelli all’arrivo dei puledri, a invitare Vinicio a presentare quei bellissimi animali al suo festival appena fossero stati pronti. L’invito fu accolto nel 2012, quando il gruppo di ventiquattro cavalli era al massimo splendore. Dovendo presentarli in una grande pista internazionale per la prima volta, Vinicio iniziò a lavorare ad un numero che combinasse la cultura italiana iconica con le più accademiche presentazioni equestri. Indossando un elegantissimo frac, come i grandi del passato, con la voce di Luciano Pavarotti in Buongiorno a te ad accompagnare l’ingresso maestoso dei cavalli e Funiculì Funiculà suonata a ritmo di marcia per i debou, con l’elegante capriole eseguita letteralmente con guanti bianchi, il successo fu enorme. Tra i molti riconoscimenti, inclusa la medaglia del Presidente della Repubblica, Vinicio ricevette anche l’invito per la trentottesima edizione di Monte Carlo, diventando il secondo artista nella storia del Festival, dopo Fredi Knie, a presentare un grande carosello equestre nella pista del Principato. Questa ricerca del gusto italiano di Vinicio ha radici profonde nella storia della famiglia Togni, che anche di recente ha portato riferimenti al nostro stile in angoli remoti del mondo, dall’Africa centrale al Brasile e al Kazakistan.

Vinicio al centro del suo carosello

Il re della pista

Alla base del lavoro equestre di Vinicio c’è una grande conoscenza ed una minuziosa ricerca sul cavallo, che negli anni ha portato alla selezione e all’addestra mento di razze inconsuete per il mondo del circo e più in generale dello spettacolo equestre. Infatti, oltre ai più ordinari frisoni e lipizzani, negli anni sono apparsi nella pista di Lidia Togni i già citati sanfratellani e criolli, e attualmente sono in fase di addestramento dei giovani esemplari murgesi.

Le radici del rapporto con il Festival

Il legame di Vinicio Togni con il Festival di Monte Carlo si basa sullo storico rapporto di amicizia e stima con il Dottor Frère, iniziata quando la famiglia Togni Canestrelli lavorava con proprio il numero di elefanti presso i Bouglione, dove Frère era di casa. Dopo la morte del padre Riccardo, i fratelli Davide, Liviana e Vinicio chiusero temporaneamente il loro complesso e iniziarono a lavorare come artisti prima con Cesare Togni e poi in Francia, dove rimasero per cinque anni alternandosi tra il Cirque Amar e lo stabile di Parigi. Durante la permanenza francese Vinicio, ancora adolescente, entrò in contatto con i grandi addestratori di casa Bouglione, su tutti uno dei più importanti ammaestratori di cavalli, Emilien Bouglione, da cui apprese molti utili insegnamenti. La famiglia Togni Canestrelli fu in programma per ben sei stagioni al Cirque d’Hiver; in una di queste Vinicio debuttò per la prima volta in pista con un piccolo numero di pony e cagnolini presentati vestito da clown.

Vinicio coi suoi sanfratellani.

L’emozione di Monte Carlo

Ricevuto l’invito a Monte Carlo, dopo aver trascorso il Natale a Napoli, città con la quale il circo Lidia Togni ha un rapporto speciale, una parte della carovana si è diretta verso il Principato. A catturare le emozioni di questa storica partecipazione sarà la telecamera di Roberto Guideri, che realizzerà due brevi documentari, immortalando il successo del numero e la commozione visibile di Vinicio durante la lunga e convinta standing ovation della famiglia principesca e del pubblico, ammirati da un pezzo di arte equestre più unico che raro. Riassumendo brevemente l’esperienza a Monaco, Vinicio si concentra sull’emozione e la voglia di fare bella figura, ma anche e soprattutto sulla calorosa accoglienza e il supporto ricevuto dal Festival, Principessa compresa. In un’intervista rilasciata alla rivista Circo pochi giorni dopo la vittoria, racconta: «S.A.S. la Principessa Stéphanie, una sera tardi, sotto una forte pioggia, è venuta di persona per sincerarsi che i pony fossero al riparo». Da uomo di circo, anche a Monte Carlo, Togni non si è sottratto ai lavori di pista, aiutando i colleghi addestratori durante i numeri e nella loro preparazione. Spesso non ci si pensa ma dietro questo grande successo, come in molte altre grandi partecipazioni italiane, oltre ad un enorme lavoro di preparazione, da ogni punto di vista, c’è un altrettanto ingente sforzo economico. L’investimento dietro a un numero del genere è incalcolabile e dimostra un trend positivo per il circo di provenienza, capace di farsi carico dello sforzo.

Vinicio Togni Canestrelli – Video tratto dall’Almanacco del 38° Festival di Monte Carlo curato dal portale Circusfans.eu

Il futuro del made in Italy targato Vinicio

A dieci anni dalla vittoria a Monte Carlo, l’attenzione al made in Italy di Togni non si ferma. Vinicio sta cercando di sublimare questo tema con una nuova cavalleria multicolore, composta da razze di cavalli italiane raramente viste in pista, che magari tra qualche anno potremo ammirare nuovamente a Monte Carlo. Intanto, il testimone sta passando anche alle nuove generazioni: Giorgia e Ugo Vinicio presentano infatti un numero di passo a due sul dorso di due stalloni Percheron. L’esperienza di Vinicio Togni Canestrelli dimostra come la resilienza, un pizzico di ambizione e tantissimo lavoro possano portare a risultati straordinari.