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di Adolfo Rossomando

Un viaggio nel tempo alla scoperta delle origini e dello sviluppo del circo sociale nel mondo e in Italia che ripercorre i progetti e l’impatto che la diffusione delle arti circensi ha avuto, e continua avere, come strumento di inclusione e di apertura verso nuove e migliori strade, per tuttə.

El circo de Los Mucachos fondato nel 1956 da Padre Jésus Silva Mendes

I pionieri

La diffusione planetaria di progetti di circo sociale in questo ultimo trentennio parte da molto lontano. Già un secolo fa, infatti, l’immaginario e la pratica del circo venivano utilizzati come strumento di trasformazione in contesti e con persone svantaggiate. Le prime applicazioni erano rivolte a bambinə e ragazzə che vivevano ai margini della società e vengono adottate da figure ecclesiastiche.
Tra le esperienze di maggior risonanza quella della Boys Home creata nel 1917 da Padre Edward Joseph Flanagan in USA, diventata poi Boys Town, un progetto ancora oggi esistente. Qui il circo, insieme ad altre arti performative veniva già utilizzato nel lavoro con giovanə. “Non esistono ragazzi cattivi. Esiste solo un cattivo ambiente, un cattivo addestramento, un cattivo esempio, un cattivo modo di pensare” sosteneva già allora Padre Flanagan. Un pensiero poi mutuato anche in Europa, come nel caso di Padre Jésus Silva Mendes che creò nel 1956 una città e un progetto educativo per bambinə di strada a Benposta, piccolo quartiere alla periferia di Ourense (Galizia), durante la dittatura franchista in Spagna. La città divenne ricca di arte, educazione, entusiasmo e Padre Silva fondò “El Circo de los Muchachos“, uno spettacolo affascinante che portò bambinə senza risorse in giro per il mondo, finendo per esibirsi perfino al Madison Square Garden di New York. In questo solco si inseriscono ancora oggi molti altri progetti a conduzione ecclesiastica in tutto il mondo, inclusa la comunità Don Bosco, che ospita progetti di circo sociale in molte delle sue sedi. Parallelamente, e in un contesto laico, nel dopoguerra nascono altri progetti di circo. È dall’amore per il teatro e il circo di Ied Last, moglie di un famoso comunista del tempo, che nacque ad Amsterdam nel 1949 un progetto sociale per i bambini che, nei tempi duri del dopoguerra, non avevano risorse per fare sport o attività culturale. Il progetto prese il nome di “Circus Hellebog”, diventando uno dei maggiori progetti del genere in Europa, arrivando fino ai giorni nostri, per poi chiudere tristemente i battenti nel 2017 per scarsità di fondi.

Circus Hellebog 1959 – archivio Juggling Magazine

Tempi moderni

L’interesse verso l’immaginario del circo, la diversità e meraviglia delle sue discipline, l’esotismo di una comunità itinerante che accoglie al suo interno generi e nazionalità, guida nell’ultimo trentennio del XX secolo operatori ed accademici in campo pedagogico e terapeutico nel creare nuove attività in campo sociale che abbiano la metafora del circo multiforme al centro dell’intervento. Il lavoro di Patch Adams, attivista sociale che ha dedicato oltre 40 anni della sua vita a cambiare il sistema sanitario americano, noto per il suo lavoro come medico e clown, porterà la risata, la gioia e la creatività a diventare parte integrante del processo di guarigione. Fonderà nel 1971 nella Virginia Occidentale (USA) il Gesundheit Institute, un progetto di assistenza medica olistica basato sulla convinzione che non sia possibile separare la salute dell’individuo dalla salute della famiglia, della comunità, della società e del mondo. Il suo lavoro, unito a quello di altri pionieri in questo campo, marcherà l’inizio del fenomeno dei clown dottori, un movimento poi diffusosi in tutto il mondo, parallelo a quello del circo sociale, e ancora oggi molto attivo. Sarà Reginald Ernest Bolton, clown, insegnante, attore e scrittore, fondatore del Suitcase Circus nel 1975 a Edimburgo ad implementare lo studio nell’utilizzo del circo per l’educazione e lo sviluppo della comunità. Lavorerà instancabilmente con i bambini e le comunità sia nel Regno Unito che in Australia e Il suo libro New Circus del 1987, definito seminale, influenzerà una generazione di operatori nel campo dei circhi comunitari educativi. I suoi studi culmineranno nel 2004 con un dottorato di ricerca, Why Circus Works (come i valori e le strutture del circo lo rendono un’esperienza di sviluppo significativa per i giovani), presso la Murdoch University di Perth, Western Australia.

Cirque du Monde , progetto di circo in Burkina Faso foto dall’archivio Cirque du Monde

Un forte impulso alla diffusione del circo sociale verrà dalla collaborazione di realtà di circo con ONG e altri enti impegnati nel sociale. Un esempio virtuoso di questi partenariati lo fornirà il Cirque du Soleil che, insieme all’organizzazione per i giovani Jeunesse du Monde, riconoscerà il potenziale di un programma di intervento che utilizzi le arti circensi come metodo alternativo di insegnamento per giovani a rischio. All’apice del suo sviluppo il Cirque du Soleil fonderà nel 1993 il suo programma Cirque du Monde, sostenendo negli anni progetti di circo sociale in molti paesi del sud del mondo, offrendo un percorso formativo per gli operatori e lanciando una prima mappatura che rivelerà le proporzioni ormai planetarie assunte dal fenomeno. È in quegli anni che nascono anche Women’s Circus a Melbourne, Australia, (1991) per donne sopravvissute a violenza domestica o sessuale, e Zip Zap Circus a Città del Capo, Sud Africa (1992) con l’obiettivo di risanare ferite ed emarginazione ancora vive dopo l’apartheid. La diffusione di progetti di circo genera a cavallo tra il secondo e il terzo millennio un forte desiderio e necessità di confronto, di collaborazione. Nel 2002 verrà firmata la Carta della Creazione delle Nazioni Unite del Circo Sociale (Charter of the Creation of the United Nations of Social Circus) dai rappresentanti di 12 tra le maggiori realtà di circo sociale provenienti da Australia, Argentina, Brasile, Canada, Chile, Colombia, Spagna, Francia, Guinea, Irlanda, Marocco, Olanda e riunitisi a La Seyne-sur-Mer, in Francia. Altre reti nasceranno presto, a partire dal sud america, dove i progetti di circo sociale crescono in quegli anni in misura esponenziale. Tante le realtà che nascono in giro per il mondo in quel periodo. Tra queste grande eco mediatico assumerà l’iniziativa del clown Miloud Oukili. Dopo essersi diplomato alla scuola di arti circensi di Annie Fratellini, nel 1992 si reca in Romania dove lavora per l’associazione Handicap International come animatore in ospedali, orfanotrofi e centri per disabili. Nel periodo di transizione caotica che la Romania attraversa a partire dal 1989, anno di caduta del regime di Ceaucescu, Miloud organizza a Bucarest spettacoli per le strade e le piazze della città e crea nel 1996 Fundatia Parada, dedicata al recupero dei bambini e dei ragazzi che vivono nei sotterranei della città. Il termine circo sociale comincia proprio in quegli anni ad essere adottato per descrivere questo vasto e variegato genere di attività comunitarie che si sviluppa in contemporanea nel sud e nel nord del mondo. Uno degli sviluppi più significativi nel circo sociale di quegli anni vede non solo allargare l’accesso a arte e cultura ma introdurre per i partecipanti l’opportunità di produrre, creare cultura e arte in prima persona, diventare artisti e soggetti creativi.  Le reti diventano sempre più numerose e diffuse, come la Rede Circo do Mundo diffusa in molti paesi del sud america. In Europa sarà dall’incontro di sette tra le maggiori scuole di circo educative europee e impegnate anche nel sociale che nascerà, nel 2008, il Caravan Network, che conta oggi 35 membri provenienti da tutta Europa, Medio Oriente, Africa e Asia. Obiettivo comune: utilizzare il circo sociale come strumento educativo e dedicare questo lavoro a gruppi provenienti da contesti svantaggiati con bisogni specifici. Le sue attività spaziano ancora oggi da festival e scambi giovanili, a programmi di formazione per formatori, scambio di volontari, produzione di ricerche, seminari e raccolta di risorse.

Circo Picolino Salvador de Bahia 2007

In Italia

Lo sviluppo del circo sociale in Italia, partito con l’avvento del nuovo millennio, sarà fortemente influenzato dalla sua diffusione a livello internazionale e dall’innesto di queste metodologie in contesti territoriali specifici. Tra le città che vedono per prime la nascita di progetti strutturati di circo sociale Palermo, Napoli e Torino, seguite poi a ruota da tante altre. Nel 2003 a Palermo, dalla rete socio-culturale aperta e su spinta dell’Associazione Acunamatata, immersa nel quartiere popolare della Cala, prende il via la Scuola di Circo Mediterraneo. Nei locali di piazza Tavola Tonda e nello spazio ludico antistante, bambini e giovani di età compresa tra i 6 ed i 18 anni, molti dei quali provengono da condizioni di degrado sociale e disagio familiare, senza alcun obbligo di frequenza, prendono parte alle attività di circo condotte da operatori provenienti da tutta Italia. 

Circo Corsaro la Parata di Carnevale a Scampia (NA) 2016

Nella Napoli dei quartieri dove la criminalità organizzata fa man bassa di giovani reclute e il degrado economico e culturale nutre l’emarginazione, due progetti di intervento adottano tecniche e metodologie del circo sociale nei primi anni del nuovo millennio.  Il Tappeto di Iqbal opera fin dagli anni ‘90 nei quartieri difficili di Barra, Napoli Est, formata da circa 40000 abitanti, dove non esiste un cinema, un teatro, campi sportivi pubblici, parchi pubblici agibili. Proprio all’interno dei Centri Aggregazione Giovanili nel 2004 alcuni educatori cominciano ad utilizzare i trampoli per agganciare ragazzi difficili. Giovanni Savino, diventato presidente nel 2010, creando una sua metodologia decide di utilizzare il circo sociale in maniera diffusa in tutto il quartiere come strumento per vivere la strada in maniera positiva. La Scuola di Circo Corsaro, diretta da Maria Teresa Cesaroni, avvia il suo intervento nel 2004 a Scampia, nel nord di Napoli, una delle più problematiche periferie d’Europa, con ben 5 campi Rom abusivi presenti, e il triste primato del più alto traffico europeo di armi e droga, insieme a uno dei più alti tassi di disoccupazione e dispersione scolastica in Italia. La metodologia educativa del circo sociale è qui di grande supporto e si inserisce nella comunità educante di scuole e associazioni territoriali, coinvolgendo un grande numero di bambinə e ragazzə.
A Torino, in seguito a tre anni densi di formazione, sperimentazione, progettazione nasce nel 2006 il progetto Circostanza®: Il Circo in una Stanza per Cambiare le Circostanze della Vita! che viene realizzato a Torino, Milano, Bologna, Catania e Palermo portando il circo sociale nelle strutture detentive per minori, grazie al sostegno della Federazione ViviamoInPositivo Italia ODV. Da questa e dalle successive esperienze nascerà la Fondazione Uniti per Crescere Insieme, ancora oggi molto attiva sul fronte del circo sociale. Sempre nel 2006 la Fondazione Parada decide di allargare il suo intervento di lotta alla grave esclusione sociale urbana e nasce Associazione Parada Italia, che opera attraverso una rete capillare di volontari e collaboratori su tutto il territorio nazionale. La sensibilità diffusa verso i temi e le istanze del circo sociale motiveranno anche realtà del teatro e dell’associazionismo giovanile alla creazione di iniziative pubbliche.
Accademia Perduta/Romagna Teatri organizzerà per il Comune di Bagnacavallo (RA), dal 2007 al 2012, Il Circo della Pace. Ideato da Ruggero Sintoni e Alessandro Serena, l’evento/spettacolo avrà per protagoniste diverse realtà e scuole di circo sociale del mondo: Parada e i ragazzi Bucarest, Sarakasi e gli acrobati di Nairobi, il colombiano Circo para Todos di Calì, Fondazione Mobile Mini Circus for Children di Kabul e gli artisti del progetto Homeless dell’Europa dell’est. Nel 2012 e 2015 ARCI e Ass. Carrettera Central organizzeranno a Siena e San Gimignano il festival Circomundo, rinnovando il loro impegno verso il fenomeno degli street children, della violazione dei diritti e dell’emarginazione sociale dei minori. Un gruppo di bambini e adolescenti, in rappresentanza di circhi sociali provenienti dalle periferie di città dell’America Latina, Africa, Asia ed Europa (comprese alcune realtà italiane), vivranno un’esperienza di convivenza e di lavoro in comune, insieme ai rispettivi accompagnatori, per 10/15 giorni.

Caravan Network – Circus TransFormation in Action -Formazione per formatori 2018

Le iniziative si moltiplicano e molte di queste trovano un luogo di incontro all’interno del Meeting Nazionale degli Operatori di Circo, organizzato annualmente dall’Ass. Giocolieri e Dintorni. È in questo contesto che sin dal 2007 trovano spazio workshop e interventi di relatori in rappresentanza di vari progetti attivi sul territorio nazionale. Un percorso ricco di confronti e collaborazioni, nazionali ed internazionali, arricchite da proposte formative, che porterà nel 2014 alla nascita di AltroCirco, il nuovo progetto di Giocolieri & Dintorni per lo sviluppo e il riconoscimento del circo sociale in Italia. AltroCirco coordinerà un network di oltre 30 associazioni e gli operatori che si occupano di circo sociale presenti sul territorio nazionale, per agganciarli alla scena internazionale, crescere insieme, promuovere e valorizzare il circo come strumento di trasformazione sociale. Mostrando particolare sensibilità nei confronti delle questioni sociali e politiche che generano privilegi e esclusione, potere e oppressione, libertà e violenza, diversità e normalità, AltroCirco continua ancora oggi a perseguire i suoi cinque obiettivi cardine: facilitare il confronto, sviluppare la ricerca, favorire il riconoscimento delle metodologie del circo sociale, formare operatorə, costruire collaborazioni a livello nazionale e internazionale. Nel 2015, all’interno delle attività trasversali del FUS, nel settore Circhi e Spettacolo Viaggiante, viene istituito il capitolo dei progetti a sostegno della coesione e inclusione sociale. Un riconoscimento e un sostegno che da allora fornisce ulteriori possibilità a diversi altri progetti di crescere e contribuire allo sviluppo del circo sociale in Italia.