A proposito della quota destinata al circo, vale la pena di sottolineare che quei 6 milioni e 300 mila euro circa, non sono tutti finalizzati ai circhi, come sostengono da anni – nonostante i dati ufficiali siano pubblici – alcune associazioni animaliste. Oltre ai circhi, quella somma va a sostenere le iniziative promozionali, assistenziali, educative, scuole di circo, festival, editoria, eventi promossi da Comuni, Università, Associazioni varie, il sostegno ad una casa di riposo per gli anziani del circo e dello spettacolo viaggiante. Per i circhi non restano che 2 milioni e 300 mila euro circa.
Riepilogo complessivo del riparto FUS 2012.
“La Consulta – dice il presidente dell’Agis, Paolo Protti – è stata aperta da una relazione del ministro Ornaghi, ben articolata negli argomenti e nei diversi settori dello spettacolo, nell’ambito della quale è stato anche puntualizzato l’orientamento che il governo Monti intende dare al tema della cultura e dello spettacolo. Tutti i componenti della Consulta hanno espresso apprezzamento per quanto detto dal ministro e anche per la stabilità raggiunta nella dotazione del Fus e per la relativa ripartizione, sostanzialmente inalterata rispetto al 2011. Si è preso atto con piacere dell’intenzione del ministro di porre mano, entro il 2012, al problema delle fondazioni liriche sinfoniche, sia per quanto riguarda il loro impatto sul Fus sia, più in generale, sul contesto del paese. Sono stati inoltre accolti positivamente dal settore danza la conferma di un progetto speciale da loro proposto, e dal settore cinema l’impegno a voler risolvere il problema relativo al debito accumulato sia nei confronti dell’esercizio sia della produzione. E’ stata poi condivisa dal ministro l’esigenza di istituire tavoli di confronto con la partecipazione non soltanto del MiBAC, ma anche, a seconda del tema, del ministero dello Sviluppo Economico o del ministero del Lavoro. In particolare – conclude Protti – sul tema riguardante il lavoro, abbiamo posto
l’attenzione sia sugli aspetti tecnici, come l’indennità di disoccupazione e gli ammortizzatori sociali, ma anche su quelli più generali riguardanti le conseguenze dell’inglobamento dell’Enpals nell’Inps e la salvaguardia di quella dote dell’Ente di Previdenza che è di pertinenza dei lavoratori delle imprese delle spettacolo”.