Il consiglio comunale di San Lazzaro di Savena lo scorso 26 ottobre ha definitivamente approvato il nuovo Regolamento che vieta l’attendamento dei circhi con animali. Siccome a riferire quello che si è ascoltato in quella sede si corre il rischio di passare per visionari – e capirete il motivo fra poco – premettiamo che l’audio di quella seduta di consiglio si può ascoltare online sul sito del Comune di San Lazzaro (l’argomento è stato il quinto all’ordine del giorno).
“Sono andato a vedere su internet quali sono i circhi che capitalizzano la risorsa umana piuttosto che l’utilizzo di animali e sono una moltitudine”, ha detto bel bello il capogruppo di Sinistra per San Lazzaro, Massimiliano Canè. E oltre al solito Cirque du Soleil e a non meglio identificati “australiani, francesi e americani”, udite udite, secondo Canè chi compare anche nella schiera dei circhi senza animali: “Anche circhi italiani di fama internazionale, come Moira Orfei”. Nel consiglio comunale di San Lazzaro si contrabbanda una realtà che esiste, forse, solo nella fantasia di un consigliere comunale, e si portano argomentazioni di questo genere per sostenere le battaglie animaliste.
Per non parlare di tutte le chiacchiere sulla “biodiversità che stiamo buttando a mare”, parole del capogruppo del Pd Michele Cavallaro. E che c’azzecca? Cosa c’entra la biodiversità con un provvedimento che impedirà ai circhi di lavorare a San Lazzaro di Savena?
Ma siamo solo all’inizio della fiera delle assurdità. Il vicesindaco Giorgio Archetti, lo stesso che aveva dichiarato ad una emittente televisiva locale che il nuovo regolamento sarebbe stato concordato con le associazioni del settore, mentre così non è stato, ha fornito questa giustificazione filosofica all’atto amministrativo preparato e votato dagli amministratori (tranne il Pdl): “Il Regolamento vuole dare una testimonianza, perché sappiamo benissimo che non risolveremo il problema dei circhi nel nostro Paese”. Gli amministratori di un piccolo comune di provincia non pensano ad amministrare bene la cosa pubblica. No. Pensano di essere dei piccoli Gandhi che devono salvare il mondo. Pensano alla testimonianza ma farebbero meglio a prendersi in mano un testo di diritto e leggere qualche pagina. Imparerebbero, almeno, che esiste la gerarchia delle fonti. Nell’ordinamento giuridico italiano la norma di fonte inferiore (come un regolamento comunale) non può porsi in contrasto con la norma di fonte superiore (come una legge dello Stato, ad esempio la n. 337/68 che riconosce “la funzione sociale dei circhi”). Si legge nei manuali di diritto che nel caso in cui avvenga un contrasto del genere si dichiara l’invalidità della fonte inferiore dopo un accertamento giudiziario.
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