Il Circo è di casa a Bagnacavallo e quest’anno si può parlare davvero di casa, anzi, di una Casa Dolce Casa. Questo è infatti il titolo dello spettacolo attualmente in scena (fino all’8 gennaio) nella piazza del paesino ravennate che del circo sociale ha fatto un motivo di vanto e solidarietà da ormai cinque anni, tanto da aver conquistato l’onorificenza direttamente dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Come negli anni precedenti, nel 2011 il Circo della Pace continua ad ospitare artisti stranieri e dopo aver dato spazio ad artisti romeni, africani, colombiani e afghani, quest’anno sotto il tendone di Bagnacavallo si esibiscono artisti provenienti dall’Europa dell’Est. Ma la differenza rispetto alle annate precedenti è che stavolta gli artisti che si esibiscono raccontano una storia che appartiene alla storia dell’uomo.
Questa nuova produzione vede insieme l’opera di tre figure dello spettacolo, ovvero il regista e artista Marcello Chiarenza, l’autore e storico del circo Alessandro Serena, il musicista Carlo Cialdo Capelli. Per descriverne la storia si può prendere in prestito una frase di Plutarco: “La mente non ha bisogno, come un vaso, d’essere riempita ma piuttosto, come legna, di una scintilla che l’accenda”. Alla mente si potrebbe equiparare il cuore perché lo spettacolo Casa Dolce Casa è davvero come una scintilla, piccola ma luminosa e come tutte le scintille appare magicamente, illumina, affascina.
E poi le scintille e la luminosità, reali ed emozionali, ci sono per davvero nello spettacolo, a illuminare di magia la storia che si svolge in una discarica dove uomini e topi, fantocci, acrobati e attori danno vita a una serie di quadri che alla fine dimostrano come anche dove mancano tetto e pareti, dove il caos ha creato il vuoto ma dove il vuoto è pieno di caos, esiste la dimora di un’umanità che, seppur di diversa provenienza, può unirsi sotto la luce di magia, suggestione e poesia.
In scena Carlo Rossi e l’artista rumeno Daniel Romila (quest’ultimo già vecchia conoscenza per il pubblico di Bagnacavallo) accompagnati da acrobati provenienti anche loro dall’Est: i polacchi Pawel Jacek Durmaj, Michal Grzegorz Jarczak, Maciej Piasecki, Jaroslaw Krzysztof Sroka della Fondazione Ocelot, gli ungheresi Istvàn Berkes e Attila Fàbiàn della Magyar Circus Art, e l’italiano Alberto Fontanella che contemporaneamente riveste anche il ruolo di direttore di scena.
Le scintille vere sono opera dell’artista e regista Marcello Chiarenza che ha realizzato i vari elementi che compongono la scenografia: dal nulla, da un oggetto quotidiano, Chiarenza è in grado di tirare fuori la meraviglia, e così un ombrello rotto volando getta coriandoli, o petali rossi o neve. Semplici piume diventano farfalle, da una montagna di vecchie scarpe rotte nascono i fiori. La luce nasce da un albero di rami i cui germogli luminosi sono colorati contenitori di plastica; la luce scaturisce da un semplice bidone, da radio gracchianti, da un vecchio frigorifero che sparge piume e da usurate pentole che in mezzo al buio sprizzano piccole scintille laddove cade la Manna, citazione biblica e archetipica.
Le citazioni e i simboli, come le scintille, sono sparse qui e là, e si ritrovano nei rimandi che i vari quadri dello spettacolo hanno con le passate messe in scena di Marcello Chiarenza o nei richiami alle tecniche del circo più tradizionale, nei semi di questa avventura che si ritrovano in episodi della storia dell’uomo che hanno avuto luogo ad est dell’Europa e che Marcello Chiarenza dall’idea di Alessandro Serena ha saputo combinare insieme con armonia in questo spettacolo. La musica realizzata da Carlo Capelli è il tocco di classe, quella pennellata che dona la giusta anima.
A completare questo suggestivo quadro ci sono le scintille che ognuno reca con sé: la comicità di Carlo Rossi, una verve naturale e semplice che calza a pennello come un abito di ottima fattura; la forza e l’energia di Daniel Romila nel coinvolgere immediatamente il pubblico trascinandolo nell’azione; la personalità che ciascuno degli altri artisti presenti in scena, polacchi, ungheresi o italiani che siano, mettono nelle loro azioni, anche le più semplici.
Là nella piazza di Bagnacavallo inizia l’avventura di uno spettacolo che a ciascuno dona qualcosa di diverso e che a tutti regala una scintilla, per il cuore e per la mente.
Stefania Ciocca