Quella che segue è la lettera che Gino Paoli ha inviato ai circensi italiani in occasione della Giornata professionale del circo che si tiene oggi presso l’Agis di Roma.
Cari amici del circo,
voglio innanzitutto esprimervi il mio personale sostegno alle vostre battaglie in questi momenti difficili.
La vita degli artisti sotto il tendone è diventata ogni giorno più dura e difficile nonostante il circo sia uno spettacolo antichissimo e sempre giovane, una splendida forma di educazione alla vita comunitaria, un invito alla tolleranza umana e all’accettazione di ogni diversità. Come si può altrimenti spiegare la gioia innocente dei bambini che restano a bocca aperta davanti agli insoliti animali, la rumorosa allegria del pubblico agli schiamazzi dei clown, l’incanto immutabile trattenendo il respiro davanti a giocolieri e acrobati, le esibizioni dei cavalli ammaestrati e i tanti elementi di questa grande attrazione popolare che è stata lo spettacolo dal vivo per eccellenza di tante generazioni.
Così lo sforzo che ogni artista compie per portare a perfezione il suo numero, a controllare il suo fisico, a perfezionare l’attrezzo o il rapporto con i suoi animali è un evidente simbolo dello sforzo dell’uomo per organizzare la sua vita, per dominare eventi buoni e brutti, per affrontare le situazioni più complicate.
Dentro i numeri d’alta scuola che si susseguono sulle piste di segatura ci sono rigoroso esercizio e abilità tecnica, impegno costante e una buona dose di talento, quello che contraddistingue ogni bravo artista e ci rende simili, musicisti e uomini sputafuoco, cantautori e lanciatori di coltelli, insomma creativi di straordinarie emozioni.
Posso concludere solo augurandovi di ritrovare lo smalto dei giorni migliori, la voglia di stupire e di divertire, la capacità di guardare avanti e in alto. In epoca di droni, di realtà virtuale e di social media, riuscire a infilarsi un paio d’ore nella platea di un circo aiuta a gustare la vita e a sognare il futuro.
Gino Paoli, presidente Siae