Skip to content Skip to footer

di Antonio Giarola

Uno dei protagonisti dell’arte circense italiana ed internazionale dell’ultimo quarto di secolo racconta come nasce un nuovo progetto culturale. Un festival che si propone come unico al mondo, capace di raccogliere e addirittura confezionare delle performance inedite con il comune denominatore di essere eseguite su musica d’arte. Per altro eseguita dal vivo.

Nel corso di una carriera artistica di quasi quarant’anni, i festival sono stati una parte importante della mia esperienza di direzione artistica e hanno segnato fortemente parte dell’evoluzione avuta come esperto del settore circense. Le prime esperienze in questo campo sono nate da una spinta creativa condivisa con un gruppo di professionisti provenienti principalmente dal mondo della televisione e del circo “classico”, tra i quali voglio ricordare Cino Tortorella e Eduardo Murillo (già consulente del Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo), e dalla necessità che sentivamo di allineare anche l’Italia alla scena europea che si stava muovendo in questa direzione, soprattutto sulla scia del fermento dei festival di matrice francese. Dopo alcuni esperimenti puramente televisivi svolti a Verona alla fine degli anni ’80, e dedicati a giovanissimi artisti circensi, nel 1992 realizzammo il Festival Internazionale Stelle del Circo che divenne nelle successive edizioni Città di Verona, cercando di dare un’impronta diversa a questa tipologia di spettacolo dal vivo, con il quale aspiravamo a far diventare il capoluogo scaligero, in cui era nata anche l’Accademia d’Arte Circense, un centro di rilievo nel panorama circense internazionale; un’aspirazione soffocata purtroppo dopo quattro anni per una crisi che aveva investito il settore televisivo che era il principale sponsor del progetto. A distanza di 30 anni, seppur con dinamiche economiche diverse, il Salieri Circus Award intende riproporre quelle stesse istanze di rinnovamento per il settore con particolare attenzione alle nuove tendenze e ai gusti contemporanei.

Oro a HNG Thean Leong. Campione del diabolo.

Infatti, ci troviamo ad operare in un periodo storico nel quale la generale accettazione della novità, del cambiamento e della sperimentazione ha ormai aperto la strada a produzioni di spettacolo che soddisfano differenti segmenti di pubblico, e l’International Salieri Circus Award ha puntato sin dalla sua creazione ad inserirsi all’interno di quello che possiamo definire il fenomeno del “nuovo circo”, grazie alla sua capacità di intercettare mescolare ed esprimere nuove estetiche. Nonostante il panorama nazionale ed internazionale sia ormai saturo di festival, sia per l’incalzante programmazione annuale sia per le varie tipologie proposte che comprendono quelli competitivi e quelli non competitivi, quelli che presentano specifiche discipline o quelli più generalisti, quelli classici o quelli contemporanei, sono fiero di dire che l’International Salieri Circus Award è riuscito comunque a ritagliarsi una sua identità, puntando su caratteri distintivi propri che lo collocano in uno specifico segmento di business, all’interno di un settore dove la concorrenza è serrata, poiché ciascun festival rivendica una propria originalità, unicità e un alto livello culturale. Va anche sottolineato che la nascita della rassegna si inserisce in uno specifico mercato dello spettacolo dal vivo che vede l’emergere di artisti sempre più professionalizzati con un solido background formativo appreso presso scuole e accademie specializzate, la cui esigenza è quella, da un lato, di trovare una maggiore visibilità e nuove realtà lavorative, dall’altro di sviluppare innovative forme espressive grazie al crescente metissage tra le arti performative e visive. Con la creazione dell’International Salieri Circus Award ho cercato quindi di creare una formula che stimolasse gli artisti circensi a sperimentare act che coniugassero la poesia del corpo alla musica classica, o “musica d’arte” come preferisco definirla, i quali vengono supportati, a partire dalla seconda edizione, dalla presenza di un’orchestra sinfonica dal vivo che ne accompagna l’esibizione. Il progetto artistico che ne sta alla base nasce, infatti, con l’obiettivo di dare rinnovata linfa vitale alle arti circensi, avvicinandole a nuove estetiche più conformi alle esigenze di un pubblico ormai avvezzo alle più diverse forme di spettacolo. Ecco perché con questo festival ho voluto dare estrema importanza non solo all’impeccabile qualità tecnica degli artisti, ma soprattutto alla loro capacità di emozionare. La qualità degli spettacoli viene garantita da un’accurata selezione dei numeri ammessi alla competizione, che sono soggetti a una valutazione attenta da parte mia e del mio staff di collaboratori. Una parte degli artisti selezionati vengono scelti tra le numerosissime candidature che ogni anno riceviamo e l’altra parte viene invece da me personalmente contattata e invitata a partecipare alla competizione.

Oro a Titos Tsai. Manipolatore e danzatore con spade.

Poiché anche la location è una peculiarità esclusiva di questo festival, che ha individuato il Teatro Salieri di Legnago come proprio palcoscenico, è naturale che la scelta dei numeri da far gareggiare sia estremamente vincolata a questo specifico spazio scenico, che molto differisce da quello tradizionale della pista del circo. Le performance che selezioniamo devono quindi essere ristrette a quelle discipline eseguibili in un contesto strutturato per una tipologia di spettacolo, quello teatrale, caratterizzato da logiche differenti rispetto a quello circense. Il palco inclinato, la dimensione ridotta dello spazio d’azione e l’altezza limitata, sono solo alcuni dei vincoli che portano ad una scelta meno ampia degli artisti, i quali devono comunque adattarsi alla conformazione del luogo, che spesso rappresenta una vera e propria sfida, soprattutto nelle esibizioni di equilibrio. Il festival si svolge ogni anno alla fine di settembre, a ridosso della stagione teatrale, periodo in cui molti artisti devono ancora partire per gli ingaggi invernali e soprattutto non caratterizzato dalla presenza di altre manifestazioni similari. Consci del fatto che al circo appartiene una responsabilità culturale che ne trascende il suo stesso significato, coinvolgendo oltre alla sfera primaria dello spettacolo anche quella dell’arte, della letteratura, della divulgazione scientifica, della danza e della musica, si è voluto sviluppare un progetto che racchiudesse tutte queste dimensioni artistiche. Partendo da questo presupposto ci è risultato subito chiaro che il festival dovesse essere strutturato come una vera e propria impresa culturale capace di intercettare, mescolare ed esprimere nuove estetiche, anche grazie alla creazione di un nutrito calendario di eventi collaterali che, oltre a sottolinearne il valore artistico, ne allargassero anche la platea di spettatori. Per ciascuna edizione sono stati molteplici gli appuntamenti che hanno intrattenuto il pubblico del Salieri Circus Award a partire dalle mostre a tema circense con documenti originali del CEDAC di Verona, allestite presso il museo Fondazione Fioroni. Quest’anno si è instaurata una collaborazione con l’Accademia Cignaroli e Scuola Brenzoni per la realizzazione della mostra Circostanze Verticali, presso il Centro Ambientale Archeologico, che ha visto diversi artisti realizzare opere lasciandosi ispirare dalle atmosfere del festival.

Alex Oliva. Il ledwall permette immagini straordinarie.

Con l’obiettivo di coinvolgere attivamente la città nel clima del festival, si è deciso di creare la Open Art Circus Gallery, una mostra diffusa su tutto il Comune di Legnago grazie alla collaborazione di più di cento commercianti che, per tutta la durata del festival, mettono a disposizione le proprie vetrine per diventare palcoscenico virtuale della rassegna. Il progetto espositivo, realizzato con il fondamentale supporto delle associazioni, ha l’obiettivo di raccontare e accompagnare lo spettatore alla scoperta del festival e dei suoi protagonisti, grazie ad alcune fotografie d’arte scattate da fotografi internazionali agli artisti in gara, messe in comunione con testi poetici o letterari. Ad oggi stiamo lavorando per seguire un percorso di progressivo avvicinamento ad un pubblico diversificato, e soprattutto locale, che sta sempre più riconoscendosi in questa proposta culturale di cui il festival si fa portavoce, e che oltre allo specifico progetto artistico, comprende una serie di messaggi collaterali animati dall’idea che l’arte sia un fondamentale strumento di promozione ma anche e soprattutto di impegno sociale, per questo abbiamo portato avanti la collaborazione con Acque Veronesi per un festival Plastic free, o ancora la scelta di ospitare nell’edizione 2022 un’incredibile artista come Silke Pan, meraviglioso simbolo di riscatto artistico. A questo si va ad aggiungere l’installazione, realizzata in questa terza edizione, della Salieri Circus Parade, parte del progetto Elephant Parade, che ha trovato spazio davanti al Teatro Salieri e ha contribuito a sostenere la salvaguardia e la tutela degli elefanti nel loro habitat naturale. Un insieme di valori, questi, che hanno consentito anche di ottenere il fondamentale supporto del Ministero della Cultura, a fianco del quale si sta costruendo un bacino di mecenati del territorio che, grazie allo strumento fiscale dell’art bonus, hanno trovato un canale privilegiato per sostenere la cultura, potendo godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito d’imposta. A testimoniare che siamo sulla strada giusta per far diventare il Salieri Circus Award un festival di valore è stata la vittoria del prestigioso concorso Art Bonus indetto dal Ministero della Cultura in collaborazione con ALES Spa, che ha sottolineato quanto sia valso tutto il lavoro e l’impegno sin qui messi per portare avanti questo sogno condiviso.