di Alessandro Serena
Parlare di circo. Per gli appassionati non c’è niente di più bello. Rievocare storie incredibili del passato, che spesso sono anche esemplari, come le favole di Esopo. Analizzare la situazione attuale, raccontandosi le ultime novità dal punto di vista artistico e delle strategie di impresa. Sognare e progettare il futuro, ipotizzando sviluppi e auspicando cambiamenti. Bellissimo, soprattutto dal momento in cui queste conversazioni avvengono fra addetti ai lavori, o quanto meno fra esperti. Non sono solo chiacchiere, si tratta di momenti utili anche per lo sviluppo del settore.
Ma non meno importante è il momento in cui si parla agli altri. Al pubblico, alle istituzioni, ai mass media, ai colleghi di altre discipline. In questi casi si deve essere pronti a modificare il proprio linguaggio, il quale deve essere divulgativo e non troppo tecnico e specialistico, se vuole arrivare al punto e al maggior numero di persone. Proprio quello che sta accadendo in questo momento. Avete fra le mani una rivista che è scritta in un linguaggio necessariamente semplice, discorsivo, con l’intento di arrivare ad un grande numero di lettori. Un numero speciale dedicato ad iniziative, progetti, eventi nati e cresciuti per diffondere l’amore per il circo negli spettatori attraverso varie modalità di propagazione della cultura e dei saperi circensi. Tante cose stanno accadendo anche nel circo contemporaneo e nel circo sociale. A maggior ragione è interessante guardare alle radici, con un focus su vari aspetti del classico e tradizionale, che poi è la vocazione di questo periodico. Si inizia con Maria Vittoria Vittori, una delle più prolifiche analiste delle zone di influenza fra circo e altri mondi. La scrittrice parte dal titolo dell’opera del francese Paul Buissac Circo e Cultura aprendo l’interpretazione a 360°. Ci sono, per fortuna, personaggi di primaria importanza nel panorama culturale appassionati di arti circensi. Lo dimostra l’intervista a Luca Verdone, fratello di Carlo e figlio del professor Mario. Giornalista, scrittore, autore di pièce teatrali e opere liriche. E anche il più prolifico regista a tema circo degli ultimi anni con importanti documentari e film nel suo catalogo. Un dialogo a cuore aperto su storia e attualità del settore. Francesco Mocellin, presidente del Club Amici del Circo e rappresentante dell’Ente Nazionale Circhi presso l’European Circus Association, rende conto delle attività e degli scopi di queste associazioni nazionali e transnazionali, con particolare riferimento ai più recenti successi.
Ma la passione per il circo si esplicita, provoca e diffonde anche con eventi speciali che fanno conoscere quest’arte a spettatori magari disattenti. Di conseguenza ampio spazio ai festival. A partire dal Festival del Circo di Monte Carlo, la rassegna che da mezzo secolo costituisce la più importante piattaforma del circo classico di tutto il mondo. Con il racconto dei contenuti e delle tappe salienti, in particolare grazie ai grafici e alle analisi di Flavio Michi, che sottolineano alcuni dati statistici, anche sorprendenti, della manifestazione. Esistono vari modi per organizzare avvenimenti speciali ed è interessante chiedere di raccontarli ai diretti interessati, a coloro, ovvero, che hanno creato e sviluppato progetti culturali dall’ideazione alla “messa a terra”. Ecco allora l’International Circus Festival of Italy, dalla penna del suo responsabile comunicativo Rocco Liguori. Pensato sul modello classico e fatto crescere dalla famiglia Montico, con un’inarrestabile marcia verso la vetta che le ha permesso di diventare una delle più importanti vetrine al mondo, occasione unica per artisti di ogni dove per mettersi in mostra. Ma anche il Salieri Circus Award, dalle parole del direttore artistico e ideatore Antonio Giarola. Che ha puntato invece sulla estrema particolarità del progetto. Solo performance realizzate su musica d’arte, il che causa la presenza quasi esclusiva di inediti che difficilmente sarà possibile vedere altrove. Continua la carrellata sui festival il pezzo di Raffaele De Ritis su Funambolika, l’evento estivo dell’Ente Manifestazioni Pescaresi che coniuga classico e contemporaneo con risultati da record. Le città come centro di propulsione. È quello che capita a Milano, dove Roberto Bianchin e Paride Orfei si sono inventati il Circo Teatro Ambrosiano, un progetto culturale volto a riportare il circo in un teatro-gioiello nel cuore della metropoli lombarda. Con una serie di iniziative collaterali che impreziosiscono il tutto. E il progetto di un Festival dedicato a Nando Orfei.
Nicola Campostori, direttore scientifico di Open Circus, racconta di questo particolare progetto che raccoglie contenuti ed esperienze di vario genere. Dalle Giornate di Studio all’Università degli Studi di Milano, a workshop, mostre, conferenze. Fino ad arrivare a complessi progetti europei, il tutto volto proprio a rendere il settore un mondo aperto. Anche la ricerca storiografica occupa un posto importante. Il Centro Educativo di Documentazione delle Arti Circensi di Verona si propone come il più importante archivio italiano aperto alla consultazione. Arianna Pianesi, responsabile della gestione collezioni e catalogazione, racconta di come, in maniera sempre più convinta, il CEDAC si pone come organismo vivente, ovvero fonte continua di pubblicazione ed eventi. Nella nostra epoca digitale ampia importanza hanno assunto i profili Facebook e i siti web. Per questo Salvatore Arnieri ha intervistato Dario Duranti, il quale oltre ad essere membro della Commissione consultiva presso il Ministero è anche un operatore esperto e fondatore del sito circusfans.eu oltre che curatore per anni della rivista In Cammino. Mentre è toccato a Simone Cimino raccontare dell’attività di circusnews.it, di cui è fra i fondatori, vera e propria testata giornalistica che non esita a trattare temi scomodi. Alessandra Litta Modignani, inizialmente con Sandra Mantovani, è autrice del più importante studio sugli alberi genealogici delle famiglie italiane del circo classico. Un lavoro incredibile che viene ora pubblicato in una nuova edizione ancora più completa elaborata grazie a moderni sistemi informatici. E il racconto della ricerca è di per sé notevole. La conoscenza parte dalla formazione dei giovani artisti, vere e proprie stelle del futuro che potranno andare predicando il verbo. Andrea Togni descrive l’attività dell’Accademia d’Arte Circense di Verona, fondata dal leggendario Egidio Palmiri e principale centro di trasmissione delle tecniche della pista per i virgulti del circo di tradizione. Siamo nani sulle spalle di giganti. E quando i titani erano i colossali complessi circensi degli anni Settanta (Orfei, Casartelli, Togni) alcuni uomini, quasi come dei capitani di ventura, si occupavano di ogni aspetto legato alla comunicazione. Uno di questi era Ugo Nietzsch, ora ritiratosi e intervistato da Dario Duranti, anch’egli esperto di relazioni con i media. Chiude Antonio Buccioni, Presidente dell’Ente Nazionale Circhi, con un sentito ricordo dei suoi personali eroi del circo, ovvero personaggi, opere, spettacoli, che hanno contribuito ad installargli amore per questo mondo. Insomma, l’interesse per questo mondo è molto ed è da confidare che aumenti. Enti pubblici e organismi statali, grandi quotidiani e network televisivi, importanti istituzioni, forse in tempi recenti non hanno trattato con la giusta attenzione temi legati ai vari aspetti della cultura circense. Mentre anche solo parlarne sarebbe doveroso e utile, oltre che bello. Per gli spettatori, per gli appassionati e per chi il circo lo fa, magari tutti i giorni.