di Elena Lo Muzio
La figura di Papa Francesco è stata un punto di riferimento per molti fedeli di tutto il mondo, ma per gli esponenti dello spettacolo viaggiante è stato qualcosa di più, qualcuno che hanno sentito vicino e che ha sempre creduto in loro, senza pregiudizi e con cuore aperto e accogliente.

Fin dai primi anni del suo pontificato Papa Francesco manifesta una profonda attenzione per il mondo variegato dello spettacolo viaggiante: circensi, giostrai, artisti di strada, fieranti. La sua vicinanza non è fatta solo di parole, ma di gesti concreti, incontri, abbracci che testimoniano un’umanità accogliente e uno sguardo che sa riconoscere la dignità del lavoro e la bellezza che risiede anche in forme di arte popolare. Nel maggio del 2015, a sorpresa, si reca al Luna Park di Ostia. È un gesto semplice ma dirompente: lì incontra i giostrai e suor Geneviève Jeanningros, che da anni condivide la sua missione pastorale tra roulotte e attrazioni. Non è un’apparizione fugace: è una visita piena, fatta di ascolto e benedizioni, che lascia un segno profondo in quella comunità. L’anno successivo, il 2016, diventa un punto di svolta. Nell’ambito dell’Anno Santo della Misericordia, si celebra il Giubileo dello Spettacolo Viaggiante. Migliaia di artisti si radunano a Roma: circensi, burattinai, madonnari, bande musicali, clown, giocolieri. L’Aula Paolo VI si riempie di colori, di suoni, di vita. Il Papa li accoglie come artigiani della bellezza, elogiando la loro capacità di seminare gioia e meraviglia, anche laddove la vita appare grigia. Davanti a lui sfilano artisti di ogni nazionalità, età e formazione. Tra tutti i Black Blues Brothers, acrobati formatisi nel progetto di circo sociale Sarakasi, in Kenia, poi il Pulcinella burattinaio Bruno Leone e dopo ancora quattro clown (il cileno Pastelito e i siciliani Bisbini) che hanno intonato la colonna sonora del film di Federico Fellini, La Strada, uno dei preferiti di Papa Bergoglio. Tra i presenti anche personaggi del calibro di Urs Pilz, presidente dell’ECA e direttore artistico del Festival di Monte Carlo, e parte del board della Fédération Mondiale du Cirque con esponenti da Stati Uniti, Est Europa e Africa. E poi artisti come Flavio Togni, Egidio Palmiri, presidente emerito dell’Ente Nazionale Circhi, Fabio Montico dal festival di Latina e molti altri. Non sono mancati i giovanissimi allievi dell’Accademia d’arte circense di Verona, a testimoniare l’importanza dello studio e della dedizione che ogni artista deve applicare per la sua formazione e per migliorare le proprie abilità. L’esibizione si è chiusa con i quattro fratelli Pellegrini, che si erano già esibiti di fronte a Papa Benedetto XVI, strepitosi artisti che hanno incantato e tenuto con il fiato sospeso tutta la platea e il Pontefice. Non è poi mancato un incontro speciale, quello tra Francesco e una giovane tigre, portata al guinzaglio da Gianni Mattiolo ed Emanuele Farina. Subito il Santo Padre si è avvicinato al piccolo animale, senza alcun timore, nonostante il tigrotto avesse avuto un piccolo moto di agitazione, e l’ha accarezzato per un po’, cosa che ha fatto anche con un cucciolo di pantera presentato sempre da Mattiolo. Questa serenità con gli animali incanta i presenti, ma è soprattutto il suo rapporto con gli esseri umani a colpire. Ogni persona per Papa Francesco ha un valore, un’unicità che merita la sua attenzione e a ognuno, nel tempo di un saluto, ha dedicato una parola, un sorriso. La sua vicinanza al mondo dello spettacolo viaggiante si fa ancora più viva nell’intenso discorso durante il quale sottolinea l’importanza dell’arte e definisce i suoi protagonisti “artigiani di bellezza”, “portatori di speranza” e ricorda come il loro continuo viaggiare sia una forma di testimonianza, come le loro carovane portino accoglienza, fraternità, e anche un seme di fede. Negli anni successivi il dialogo tra Papa Francesco e lo spettacolo viaggiante è proseguito in modo vivo e vibrante. In più occasioni ha ricevuto delegazioni di artisti circensi, sottolineando che “la vostra arte è una scuola di bellezza, di armonia, di coraggio e di fratellanza”. Ha incoraggiato più volte a portare la loro “gioia nomade” anche tra coloro che vivono vite stanziali, spesso segnate da stress, rigidità o solitudine.

Negli anni successivi, questa attenzione non si affievolisce.A fine dicembre 2017, durante un’udienza generale, Francesco assiste a un’esibizione del Golden Circus di Liana Orfei. Colpito dalla loro arte, afferma che la bellezza avvicina a Dio e che gli artisti, con il loro lavoro, aprono cuori e sguardi, mentre nel 2018 è lo stesso Pontefice a compiere un gesto che racchiude in sé l’amore per il circo e l’amore per i più bisognosi, offrendo loro uno spettacolo al Circo Medrano. Duemilacento ospiti tra clochard, migranti,rifugiati africani e arabi, disabili, carcerati anziani e poveri di Roma hanno la possibilità di assistere allo spettacolo del circo e, dopo di esso, ricevere cibo e cure mediche grazie a un ambulatorio mobile posizionato fuori dallo chapiteau. Per il Pontefice, coadiuvato dall’elemosiniere, l’arcivescovo Konrad Krajewski che la notte gira per Roma con un furgoncino bianco ad aiutare chi vive per strada e conosce bene le situazioni di degrado in città, offrire una serata di bellezza e svago serve a nutrire lo spirito, importante tanto quanto prendersi cura del corpo, e seminare speranza nei cuori di chi, forse, non ne ha più. È don Konrad a portare il saluto del Papa, che tiene conto anche delle diverse confessioni riunite sotto al tendone: “Il Papa prega per voi e vi abbraccia, chiedo a tutti di pregare per lui, ciascuno di voi lo faccia come può”. L’elenco degli incontri in Vaticano si allunga con molti altri appuntamenti, nel 2019 riceve a udienza gli artisti del CirCuba lodandone la vitalità e la gioia contagiosa, rimarcando ancora una volta che il sorriso che portano ha il potere di guarire, di unire e rendere più umano il mondo. Nel 2022 in Piazza San Pietro Papa Bergoglio accoglie diversi esponenti dello spettacolo circense, tra questi i Black Blues Brothers che si esibiscono con la consueta energia di fronte al Santo Padre e alla folla accorsa a salutarlo. Il Pontefice, come sempre, è divertito e colpito dalle acrobazie degli artisti e si intrattiene con loro per qualche istante confermando ciò che già in altre occasioni aveva detto: “voi artisti siete artigiani della bellezza” e questa frase rimane come una medaglia appuntata al petto dei presenti, ma è anche una missione, perché il Papa ancora una volta sottolinea l’importanza di essere pellegrini di gioia e speranza, sostantivi ricorrenti nel suo pontificato e simbolo del suo pensiero.

Nonostante i segni dell’età inizino a farsi sentire Papa Francesco sembra instancabile e nel 2023 riceve in udienza i rappresentanti dell’Unione Nazionale Attrazionisti Viaggianti. Li incoraggia a non smettere di portare compagnia e allegria, elementi fondamentali in una società sempre più disgregata e impaurita. E
ancora, nel gennaio del 2024, durante un’udienza generale, saluta un gruppo di circensi e giostrai francesi, ribadendo quanto il loro lavoro sia degno, portatore di una gioia profonda che sfiora l’anima. A luglio dello stesso anno torna al Luna Park di Ostia, quasi come a chiudere un cerchio iniziato anni prima. Sempre accompagnato da suor Geneviève Jeanningros, benedice una statua della Madonna protettrice dello spettacolo viaggiante, si intrattiene con le famiglie, si lascia circondare dai bambini. È un pastore che conosce il suo gregge, anche quando questo si muove tra luci intermittenti e suoni da fiera. Francesco, ormai segnato dalla malattia, non rinuncia nemmeno agli incontri in programma per l’8 gennaio.

In Sala Nervi assiste a un’esibizione del CircAfrica e rimane affascinato non solo dalle capacità degli artisti, ma anche da una grande marionetta-elefante, del tutto simile a un animale reale, e sorride, stupito e felice per questa trovata. Pochi giorni dopo, il 15 gennaio, accoglie il circo Rony Roller e ne elogia la fatica, la dedizione, la nobiltà di un mestiere che unisce arte e impegno. Poi purtroppo, la malattia prende il sopravvento costringendolo a un lungo ricovero. All’uscita dall’ospedale è un uomo stanco e segnato, ma nonostante tutto non manca di salutare i fedeli che affollano Piazza San Pietro la domenica mattina. Ma è solo un apparente, timido, miglioramento. Il 21 aprile 2025 Papa Francesco torna al Padre, proprio alla vigilia del Giubileo delle Bande Musicali e dello Spettacolo Popolare, da lui fortemente voluto, previsto per il 10 e 11 maggio. Si aprono giornate di incertezza e lutto per un mondo così legato al Pontefice celebrare il Giubileo senza di lui sembra un’eresia, ma poi giunge la conferma dal Dicastero per lo Sviluppo umano, e la festa ha luogo. Nonostante il senso di vuoto e il dolore per aver perso un amico abbiano segnato le due giornate giubilari, la Gioia e la Speranza che il Pontefice ha chiesto di portare nel mondo sono state le fiaccole accese nelle mani di tutti quelli che vi hanno preso parte: la Gioia nel ricordare un Papa vicino e accogliente e la Speranza che il nuovo Vescovo di Roma, Papa Leone XIV, sia per il circo e lo spettacolo viaggiante, un erede del pensiero di Bergoglio. Di sicuro il ricordo rimane, perché in tutti gli incontri e momenti di condivisione Papa Francesco ha restituito valore e dignità a un mondo spesso ignorato, riconoscendo negli artisti viaggianti dei portatori di speranza, dei seminatori di bellezza, dei testimoni silenziosi di una misericordia che si esprime anche tra le tende colorate di un circo o le giostre di un luna park. In questo rapporto, non c’è stato solo affetto, ma anche una visione. Una Chiesa che cammina con gli ultimi e sa riconoscere il sacro anche dove pochi sono abituati a vederlo.
