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Monte Carlo 2024. Celebrare il passato guardando al futuro.

di Alessandro Serena

È tutto pronto per l’edizione del cinquantennale del Festival di Monte Carlo e per le celebrazioni dell’altro importante e gioioso giubileo, il centenario di colui che lo ha inventato: Sas il Principe Ranieri. Le aperture degli spettacoli saranno impreziosite da filmati d’epoca della famiglia reale al circo e già durante le prove di questi giorni si è potuto assistere a un momento molto toccante: Sas la Principessa Stephanie ha osservato commossa i ricordi proiettati in pista, in particolare l’omaggio dedicato all’amatissimo padre.

Il Principe Ranieri, mezzo secolo fa, alla conferenza stampa che annunciava la nascita della kermesse, disse che lo scopo della manifestazione era “segnalare i migliori artisti, promuovere l’immagine del circo nel mondo, aprire la pista a tutti senza distinzioni”. Sembra proprio che la Principessa Stephanie e Urs Pilz abbiano voluto rispettare le volontà del fondatore e mettere in piedi un cast strepitoso, la giusta maniera per festeggiare i due anniversari e indicare una volta di più la strada a tutto il settore: quella del futuro.

Come di sovente, gli opening saranno arricchiti dalle coreografie aeree dei Bingo, dalla sfilata delle bandiere, quest’anno pare anche a cavallo, e dall’energia degli charivari acrobatici dei Pompieri di Parigi. E soprattutto, ancora una volta il Festival sarà un punto di incontro fra le radici del circo classico e le più moderne istanze di rinnovamento, come dimostrato dalla composizione del cast. Il ritorno in principato della famiglia di Alexis Gruss jr conferma l’attenzione verso l’aristocrazia della segatura, con le grandi dinastie che hanno fatto la storia della pista. Le discipline equestri fatte Arte, come confermato dall’ennesimo riconoscimento, il conferimento della Legione d’Onore da parte del presidente Macron a Gipsy Bouglione Gruss, pochi giorni orsono. Oltre ad Oro ed Argento già conquistati qui. Un simbolo della trasmissione della sapienza da generazione in generazione, la bellissima famiglia con nonni, figli e nipoti, capaci di mostrare nel sacro cerchio di segatura dei tableaux con degli splendidi esemplari a quattro zampe, attorno ai quali, per altro, i Gruss disegnano la loro intera esistenza.

I cavalli della famiglia Gruss

Altra presenza di gran nome e significato, quella di Fumagalli e Daris, i due italiani celebri nel mondo, simboli della clownerie classica, tornano per la quinta volta al Festival, dopo la conquista dell’Argento (2001), dell’Oro (2015) e la partecipazione a due edizioni celebrative. Il figlio del clown più amato da Fellini presenterà Ape dammi il miele, ovvero la piece che sta al clown come il monologo di Amleto sta al teatro e c’è già molta attesa da parte di tutti per poter tornare ad applaudire e soprattutto a sbellicarsi dalle risate con la celebre coppia tricolore.

Fumagalli e Daris

Di ritorno anche Elvis Errani, con i suoi tre elefanti, ormai un veterano del Principato (Bronzo nel 2009 e 2015) così come delle più importanti case di tutta Europa (e del mondo, visto l’ingaggio da Barnum). Un approccio all’ammaestramento e alla convivenza che è diventato un vero e proprio modello per colleghi di ogni dove. 

Elvis Errani nel 2015

Dopo gli anni bui del Covid torna una grande partecipazione di gruppi dal vicino o lontano oriente. Dalla Mongolia arriva Lkhagva Ochir, solista dal fisico statuario, con le sue piramidi di sedie fino a sette metri d’altezza. Dall’Uzbekistan il Duo Disar, in una storia d’amore che sfida le tenebre, con sospensioni capillari e alle mandibole. L’incredibile giocoliere Thean Leong dalla Malesia (residente in Taiwan), che ridefinisce gli standard del diabolo con un repertorio del tutto innovativo. Dalla Cina, da Wuhan, ma questa volta con una ventata di entusiasmo, la troupe di altalena implementata con una piattaforma atta ad evoluzioni inedite. E la straordinaria giovane equilibrista della troupe di Jiangzu, con forza di polsi sopra ad un attrezzo rotatorio tanto suggestivo quanto arduo da affrontare. Mentre notizie dell’ultima ora danno in forse la partecipazione della Troupe di bascule Amaraa dalla Mongolia, per l’infortunio di uno dei componenti. Mancano ancora le grandi troupe russe per il perdurare dei problemi diplomatici internazionali, ma spicca la presenza di Alexey Goloborodko, forse il più dotato contorsionista dei nostri tempi, nato e cresciuto in Russia, che ha completato la propria formazione artistica al Cirque du Soleil. Il continente africano sarà rappresentato dagli etiopi della Troupe Adis Abeba di acrobatica in banchina. In concorso anche il numero di felini del francese Kid Bauer, la cui giovane figlia Namayca presenta pure un gruppo di animali della fattoria. Il ceco Roby Berousek presenta il suo ritmato numero di scala libera con giocoleria, con l’assistenza della moglie, l’italiana Marisa Biasini. Avveniristica la performance degli ucraini Extreme Lights, a suon di luci laser e danze acrobatiche. Ancora dall’Ucraina il quartetto dei White Gotik con fisici possenti al servizio di alcuni esercizi di equilibrismo davvero notevoli, emuli dei nostri Pellegrini. Molta attesa per il mano a mano delle Kolev Sisters, le giovani Michelle e Nicole, figlie di Miltcho e della nostra Gilda Vulcanelli, già stelle del Cirque du Soleil e premiate a Budapest e Mosca.

Le Kolev Sisters

Nella sezione New Generation il giovane canadese Enzo Pebre, con contorsionismi al cerchio aereo. La kazaka Tayssya Demidova equilibrista con hula hoop. E la nostra Trixie Zavatta Bogino, con le verticali sull’hoverboard che le hanno già valso l’Oro al Circus Talent di Roma a inizio dicembre. Gli americani Steve e Ryan, propongono una comicità fisica, discendente dalla pantomima inglese e dalle comiche mute. Eredi di Stan Laurel e Oliver Hardy, di Buster Keaton, con una fisicità esplosiva ed un ritmo forsennato. Il trapezio volante ha visto di recente molti protagonisti eccellere e riuscire in esercizi prima ritenuti impossibili, come il quadruplo salto mortale “girato” dal nostro Michael Martini lo scorso anno. Questa volta è il turno dello statunitense Jordan Tribble capace di exploit rarissimi a vedersi. Insomma, un cast di assoluto rilievo per l’edizione del doppio giubileo, destinato a mettere in gran difficoltà la giuria per un evento che si prepara a scrivere nuove pagine di storia dell’arte circense.

Il Principe Ranieri premia gli artisti della troupe di Guang Dong