di Alessandro Serena
Si è appena conclusa l’edizione dei due giubilei più importanti della storia del circo, il cinquantenario del Festival Internazionale di Monte Carlo e il centenario del suo fondatore, il Principe Ranieri III. Ma si dovrebbe usare piuttosto il simbolo dell’infinito, visto che ancora una volta questo straordinario evento, unico nel suo genere, unisce passato, presente e futuro, scrivendo pagine di storia della pista.
Un’edizione che sarà ricordata per il grande successo degli artisti italiani con due Oro su tre. L’altro Oro è andato alla bellissima famiglia di Alexis Gruss Jr. Associare un aggettivo giovanile ad un elegante signore di 80 anni sembra ribadire la freschezza di questo grande maestro delle discipline equestri. Fra i più grandi innovatori del circo del Novecento, che con l’invenzione del Cirque a l’Ancienne, ha di fatto contribuito a far definire sia il circo contemporaneo che il neoclassico in Francia e poi ovunque. Gruss è stato fra chi, nella seconda metà del secolo scorso, ha capito l’importanza di celebrare il passato con attenzione alle più moderne tecniche teatrali. Inoltre, il senso della trasmissione della sapienza di padre in figlio, con una ventina di membri della famiglia in rappresentanza di tre generazioni, si respira come in pochi altri casi, o nessuno. La capacità di allestire grandi tableaux equestri, la sensibilità di portare in pista delle immagini iconiche, la tecnica presentata dai singoli componenti della dinastia, brillavano d’Oro già prima del conferimento del premio. Non ci sono altri eventi al mondo in grado di punteggiare il percorso artistico di una dinastia, come a Monte Carlo. Knie, Togni, Richter, è come se questo festival fosse il luogo dove mostrare lo stato di salute della stirpe in particolare e del modello familiare in genere. Quindi la partecipazione dei Gruss all’edizione di quest’anno ha un valore di portata incalcolabile, anche come esempio della validità del modello familiare.
L’Italia ha raccolto un successo straordinario, conquistando due splendidi Oro, è la prima volta che accade in una stessa edizione. Oro a Elvis e Cvetomira Errani e alle loro elefantesse Baby, Mala e Jumba. Un numero incantevole. L’introduzione della figura romantica della coppia in un numero di pachidermi, proietta la performance in un immaginario da Giardino dell’Eden, in grado di rafforzare ulteriormente il messaggio dell’armonia fra esseri umani ed animali, i quali lavorano in pratica da soli. Il chiaro segno di un’evoluzione del linguaggio nella presentazione di questi grandi animali. In qualche modo l’applicazione della raffinata estetica equestre dei Giona (elaborata con Antonio Giarola) estesa ad altre specie. La famiglia Errani conferma di essere fra le più premiate del Festival. Artisti che sono prima di tutto gente del circo tradizionale. Il lavoro faticoso ma amato, di spostare uno chapiteau di piazza in piazza, in qualche modo si trasforma in pista in classe. Il sudore diventa una pozione magica.
Oro alle due giovani Michelle e Nicolle Kolev. Figlie di Miltcho e Gilda Vulcanelli. È bello immaginare il nonno Mario, anche lui circense di mille battaglie, che da lassù le guarda e si commuove. E a ragione, visto che le due ragazze hanno presentato delle figure rare a vedersi con un’elegante sicurezza. Raccolgono l’eredità di altre eccezionali equilibriste del passato come le Alexis o le Azzario, con l’orgoglio, come hanno raccontato esse stesse, di rappresentare le donne del mondo, nella loro emancipazione. E la certezza di diventare da oggi fonte di ispirazione.
Premio speciale di SAS la Principessa Stephanie a Daris e Gianni Fumagalli per la loro eccezionale carriera. Scandita proprio qui nel Principato con un Argento, un Oro e due partecipazioni alle edizioni celebrative. Questi due artisti hanno marcato un’epoca della clownerie italiana ed internazionale, esibendosi in ogni parte del mondo con grande successo ed esportando un tipo di comicità all’italiana che deriva dalla tradizione delle arene, dai Colombaioni e in qualche modo anche dalla Commedia dell’Arte. Si esibivano con Nico, il figlio di Gianni, e con Ian Rossi, splendido Clown Bianco, musicista virtuoso, anche lui premiato con una menzione speciale.
Argento nella sezione New Generation alla tredicenne Trixie Zavatta che ha incantato il pubblico di Fontvieille con le sue evoluzioni in equilibrio a testa in giù sopra un hoverboard. A parte la trovata di utilizzare uno strumento molto in voga fra i giovani, gli esercizi proposti e la naturalezza di Trixie erano assai convincenti. Da ricordare che si era da poco distinta nel talent romano dei Montico, che confermano la loro notevole capacità di fungere da trampolino di lancio. A parte l’ottimo risultato della nostra nazione, all’evento hanno partecipato artisti di alto livello. Sono stati conferiti tre Argento. Uno alla troupe mongola di bascule Amara, con una costruzione folkloristica, forse anche troppo aderente a spunti superficiali dell’immaginario collettivo, ma di certo molto efficace. E con exploit di alto coefficiente di difficoltà eseguiti in maniera quasi perfetta. È stato il Festival a far conoscere in occidente questa nazione, che ora segue passo per passo nelle sue evoluzioni, rispettando alla lettera le indicazioni di Ranieri III di aprire la pista a tutto il mondo. Argento per la troupe acrobatica di Wuhan con esercizi all’altalena russa, la cui architettura veniva complicata da una piattaforma che permetteva passaggi originali.
Bello ricevere dalla Grande Nazione, proprio dalla città dalla quale proveniva il virus del covid, stavolta invece una ventata di energia pura. Argento anche per il Duo Disar, dall’Uzbekistan, con un numero che riesce ad essere elegante e raffinato, pur utilizzando tecniche piuttosto “crude”, come le sospensioni ai denti ed ai capelli. Cinque Bronzo. Uno a Alexey Goloborodko, probabilmente il più dotato contorsionista dei nostri tempi, con un lavoro sia sulla spina dorsale che sulle articolazioni, ed una messa in scena efficace: l’artista proviene da Luzia, lo spettacolo ispirato alle culture precolombiane del Cirque du Soleil. Terzo gradino del podio anche per il quartetto di mano a mano degli ucraini White Gotik, statuari artisti con un repertorio ampio e ben presentato. Bronzo anche per i trapezisti volanti della Pneumatic Art Troupe di Jordan Tribble. Hanno presentato due diverse versioni, una funky ed una tango, con figure notevoli come il triplo carpiato o il doppio salto mortale con doppia piroetta di Kate Soboleski, anche se nei quattro spettacoli sono stati un pochino fallosi. Bronzo anche per la troupe di Addis Abeba con un numero di acrobati in banchina svolto in maniera diligente e dinamica. Infine terzo posto per gli Extreme Light, soprattutto per il ritmo, l’energia e la novità nell’utilizzo della luce a wood. Notevole l’Oro della New Generation alla diciasettenne cinese Wangchenmeng capace di equilibri su di un attrezzo di particolare concezione che le permetteva di eseguire un carosello di verticali. Da segnalare anche altri artisti che pur non essendo arrivati al podio, sono meritevoli di attenzioni, come il giocoliere con diabolo Thean Leong dalla Malesia, con figure molto originali e ben eseguite.
Roby Berousek con il suo classico numero alla scala libera. Il mongolo Ochir, con un numero di equilibri sulle sedie ben costruito. Il francese Kid Bauer con i suoi felini e la figlia Namayca con gli animali da fattoria in un numero davvero divertente. I comici statunitensi Steve e Ryan, con performance brevi ma efficaci. Il francese Enzo Pebre al cerchio aereo. La kazaka Tayssya Demidova con equilibri con hula hoop. Erano presenti con due quadri i Ginnasti dei Pompieri di Parigi, sempre ammirevoli anche per la loro principale attività. Le coreografie delle aperture erano curate dai Bingo Circo Teatro, alcune delle transizioni presentate dai Clowns en Folie.
Nella cabina di comando Urs Pilz, coadiuvato da un team agguerrito. Lo staff di pista è aumentato negli anni ed è molto qualificato con Enrico Caroli, Daris Huesca, Tommy Cardarelli, Kristian Kristof e Steven Carroli. Non è semplice districarsi fra i tempi degli allestimenti, Petit Gougou ci prova, non senza qualche difficoltà.
Rai 3 conferma di puntare sull’evento, con maggiore attenzione ad informazioni storiche e tecniche sui numeri, con molte interviste nel backstage, e soprattutto con la scelta di una testimonial come Serena Autieri, attrice, cantante e conduttrice di primo piano.
Determinata e appassionata demiurgo SAS la Principessa Stephanie. A lei e a tutto il mondo del Circo sono da augurare 50, 100, mille anni di Festival.