di Alessandro Serena
Mentre Sorrentino con La grande bellezza entra nella cinquina delle nomination all’Oscar come miglior film straniero, un altro artista italiano, Vinicio Togni Canestrelli, un addestratore di animali, un uomo di circo, di una delle dinastie più prestigiose, sale sul podio del Festival del Circo di Monte Carlo, conquistando un meritatissimo Clown d’Argento oltre agli applausi degli spettatori incantati dal suo carosello di cavalli, e la stima di tutti gli operatori del settore.
Lo spettacolo e la cultura italiana fanno parlare del nostro paese in maniera positiva nel mondo. I cugini di celluloide sono in grado di certo di arrivare ad un maggior numero di contatti, ma non è affatto da trascurare il risultato del circo italiano che si conferma come la maggiore potenza circense occidentale in quanto a palmares del leggendario evento monegasco. L’Italia, infatti, continua ad essere quarta nella graduatoria assoluta, dietro solo a Cina, Russia e Corea, le patrie del circo di stato, dove l’arte circense viene supportata dal governo in maniera decisa. Non possiamo dire che lo stesso accada da noi, dove i politici non sembrano comprendere che lo spettacolo popolare e la cultura se sostenute a dovere potrebbero essere un notevole volano economico per un paese che continua ad essere in crisi economica e di contenuti.
La 38^ edizione del Festival di Monte Carlo ha richiamato ancora una volta nel principato centinaia di artisti da tutto il mondo, e operatori, direttori artistici, critici, oltre che decine di migliaia di spettatori appassionati.
Sono stati attributi due Clown d’Oro.
Uno è andato alla troupe di acrobati alla bascula Sokolov, del Circo Nikulin di Mosca. Un gruppo di acrobati straordinari con una messa in scena particolare e convincente ispirata alla Vienna di Mozart in quanto a costumi e musiche che sono serviti ad incorniciare una tecnica di alto livello e tutti i più difficili esercizi della disciplina. Probabilmente la Russia è la sola nazione in grado di produrre numeri del genere sia per quanto riguarda la bravura degli acrobati che per la raffinatezza della regia firmata da Alexander Grimailov. La performance ha ricevuto diverse standing ovation a scena aperta tanto da rallentare quasi il gran finale.
L’altro è andato al duo di cinghie aeree Desire of Flight, uno splendido e sentimentale adagio nella volta celeste del circo, con delle prese piede a piede che ricordano che l’amore, se non è solido, può anche finire male.
Poi i Clown d’Argento.
Quello che più fa battere i cuori è quello, meritatissimo, che va allo splendido carosello di cavalli di Vinicio Togni Canestrelli, un capolavoro equestre che ha fatto brillare gli occhi degli spettatori. Dell’esibizione Circo.it ha già raccontato ma sarà bene ricordare che l’ingresso degli splendidi esemplari di Vinicio sulle note di Buongiorno a te cantata da Luciano Pavarotti era quanto meno maestoso. E l’accostamento fra le arti non risulti blasfemo in questo momento di grande soddisfazione per lo spettacolo popolare italiano.
Si è piazzato sul secondo gradino del podio un altro artista dal forte carisma, il mago olandese Hans Klok, in patria una star come neppure il Silvan degli anni d’Oro da noi. E capace soprattutto di eseguire apparizioni e sparizioni ad altissima velocità. Ottimo esito sul pubblico.
Argento anche per la convincente performance della troupe Dobrovitskiy in una dinamica interpretazione dei volanti bassi in stile rock’n roll anni ’50. Dopo la caduta dell’URSS molti creativi russi hanno scelto di utilizzare per i propri numeri musiche e stili provenienti dagli Usa. In questo caso la scelta è molto funzionale e l’allegria e il brio che scaturiscono dalla serie di notevoli salti mortali ha provocato sonori applausi.
Altri animali argentati i cani ammaestrati e il cavallo recalcitrante di Rosi Hochegger, figlia d’arte che ha saputo continuare bene la tradizione del padre Tony nell’ammaestramento in dolcezza con verve comica.
Argento anche per il Duo Suining, i due equilibristi cinesi che si potrebbero chiamare gli uomini dalle braccia di acciaio, tanto i loro muscoli sono messi a dura prova per i fenomenali esercizi che presentano.
Argento, infine, per molti meno meritato, alla troupe di Wuhan di icariani e saltatori al trampolino elastico. Spettacolare ma alquanto macchinoso.
Sei bronzi a pari merito, tre dei quali a tre splendide, raffinate e capaci donne.
Uno per Eliza Katchatyan, l’artista armena che integra il suo già ben colmo paniere di trofei (aveva vinto l’Oro a settembre al Festival Idol di Mosca) riaffermando l’icona della ballerina sul filo a grande altezza, alzando anzi gli standard sia tecnici che estetici. Una donna sola che danza quasi tra sé e sé, un balletto tutto sulle punte a oltre dieci metri dal suolo e senza misure di sicurezza tranne un’esile filo usato peraltro solo per l’ultima figura che comprende un affascinante salto nel vuoto e nel buio. Standing ovation e brividi sulla pelle per tutti gli appassionati del genere. Forse avrebbe meritato qualcosina di più.
L’altro a Sacha, un’equilibrista contorsionista americana, ma originaria del Guatemala, capace di mostrare un repertorio assai ampio e per lo più eseguito in rotazione quasi continua sulle mani. Due polsi decisi e la capacità di danzare con le gambe pur in difficili posizioni come se fossero staccate dal corpo.
Bronzo anche per la splendida arealista russa Anastasia Makeeva, con una bella coreografia realizzata anch’essa dal regista Alexander Grimailo (che quindi è uno dei vincitori morali dell’evento).
Terzo gradino del podio per il Duo ucraino Kvas che ha mostrato una routine di equilibri di mano a mano di notevole difficoltà con delle rollate a terra del porteur mentre l’agile era impegnato in notevoli plance su di una mano sola. L’esercizio finale era un testa a testa eseguito senza nessuna ciambella, una sorta di guarnizione che si usa di solito in questi casi. Unica annotazione è la notevole differenza di taglie fra base e cima, il primo un colosso il secondo piuttosto mingherlino.
Infine premiati ancora due ammaestramenti di animali. Quello di elefanti della famiglia di Josef Gartner che ha stupito il pubblico con due performance differenti di cinque pachidermi e cinque bambini. Josef jr ha sangue italiano nelle vene, la madre era una Medini, ma ha mantenuto la tradizione imposta dal padre nell’accostare gli enormi animali ai più piccoli esponenti della famiglia. Sembrano fatti apposta uno per l’altro. Delle due esibizioni ha convinto di più quella classica con piramidi e “passaggi della morte”, rispetto a quella con i salti alla bascula, ancora un po’ acerba e con varie imprecisioni. Ma il colpo d’occhio era davvero notevole.
E la gabbia di Tom Dieck Jr con tigri, leoni bianchi e leon tigri, bellissimi esemplari mandati con somma dolcezza dal giovane addestratore.
Insomma ancora una volta a Monte Carlo si sono dati appuntamento i migliori artisti di tutto il mondo e ancora una volta l’Italia ha figurato ottimamente. Grazie alla famiglia reale che da quattro decenni segue lo sviluppo del circo classico e contemporaneo e ne racconta le storie nel principato. Per questo motivo la Federation Mondial du Cirque ha nominato SAS la Principessa Stephanie Ambasciatore Straordinario del Mondo del Circo. Ma la Principessa per i circensi è molto più di questo. È un porto dove approdare in momenti di tempesta e dove essere sicuri che il duro lavoro per la propria arte sarà sempre riconosciuto.
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