Una doverosa precisazione su comportamenti scorretti e “furbetti” messi in atto da amministratori comunali e da qualche circense, in spregio di regole morali della Categoria ancor prima che giuridiche
Da qualche tempo in alcuni Comuni (e va detto però che i casi si contano sulle dita delle mani) si cerca invece di affermare un criterio per nulla rispettoso della libertà di espressione artistica, cercando di creare strumentali corsie preferenziali per quei pochi circhi che non presentano gli animali nei loro spettacoli. Si tratta, ovviamente, di “furbizie” che si pongono in contrasto col quadro normativo vigente e con la giurisprudenza consolidata e costante in materia, come attestano anche le due recenti sentenze dei T.A.R. di Marche e Piemonte.
C’è però chi, all’interno del settore, peraltro dimostrando di tenere in scarsissima considerazione non solo la professione che esercita, i colleghi e dunque la Categoria nel suo insieme, ma anche la propria dignità, pur di lavorare cede alle misere lusinghe e ai ricatti. Ciò accade anche da parte di quei complessi che usualmente fanno uso degli animali, con l’evidente fine di sfruttare a proprio vantaggio clausole regolamentari introdotte in modo illegittimo da certi Comuni.
In relazione a tali circostanze, in maniera inequivocabile l’Ente Nazionale Circhi vuole rendere noto che:
1)la nostra Associazione di Categoria si batterà in ogni sede, anche giudiziale, per la rimozione di tali illegittimi criteri di preferenza introdotti da qualche Comune;
2)la nostra Associazione di Categoria segnalerà pubblicamente – circostanziando i nomi dei Comuni e dei complessi circensi – ogni adozione di questo mezzo, a nostro avviso scorretto, anche perché in ultima istanza funzionale al solo scopo di prevaricare interessi e diritti dei colleghi.
Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi