Scopo del congresso è quello di “far meglio conoscere alle Chiese locali questo ambito pastorale, per favorire una maggiore attenzione e sollecitudine nei confronti di circensi e fieranti”. I lavori verranno aperti dal presidente del Pontifico consiglio per i migranti e gli itineranti, mons. Antonio Maria Vegliò, e molto attesa è anche la relazione del neocardinale Gianfranco Ravasi, a capo del Pontificio consiglio per la cultura.
L’introduzione dei lavori spetta a p. Gabriele Bentoglio, sottosegretario del dicastero Vaticano, e nella giornata di lunedì la concelebrazione eucaristica sarà presieduta da mons. Bernard Barsi, arcivescovo di Monaco, forse perché il Principato di Monaco col circo ha un feeling di lunga data, si pensi solo al Festival voluto da Ranieri che festeggia quest’anno i 35 anni.
Alle giornate di lavoro prende la parola anche un anglicano, David Richardson, rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury presso la Santa Sede. Fra le altre testimonianze, Arie Oudenes, segretario della Federazione mondiale del circo, Elio Casartelli del circo Medrano e Andrea Togni direttore dell’Accademia d’arte circense di Verona. Molto importante anche la giornata del 14 dicembre, presieduta da mons. Claude Schockert, vescovo di Belfort-Montbéliard, che si aprirà con l’intervento del prof. Alessandro Serena, docente di Storia dello Spettacolo Circense e di Strada all’Università Statale di Milano, incentrato su “Circhi e Luna park: segni di speranza in un mondo globalizzato”. Molti i pastori che faranno sentire la vicinanza della Chiesa alla gente del circo, compreso il vescovo indiano di Sagar, mons. Anthony Chirayath, il direttore dell’ufficio nazionale per le migrazioni della Conferenza episcopale tedesca Wolfgang Miehle, e il vescovo di Sigüenza-Guadalajara e presidente della Commissione episcopale per le migrazioni della Spagna, mons. José Sánchez González.