Skip to content Skip to footer

Infundibulum: il circo del subconscio

In medicina l’infundibulum è quella parte del cervello che collega l’ipotalamo (sede dei neuroni responsabili delle emozioni) e la ghiandola pituitaria (fonte di ormoni essenziali). L’Infundibulum proposto dalla compagnia belga Feria Musica al Teatro La Fenice di Senigallia (anteprima nazionale: 19 novembre ore 21 e 20 novembre ore 17), getta un ponte fra circo contemporaneo e subconscio.
Otto acrobati diretti dal coreografo Mauro Paccagnella, tre musicisti e una serie di immagini: si svela così, come frammenti della nostra memoria collettiva e dell’inconscio soggettivo, recuperati in qualche posto a metà strada fra il reale e l’immaginario, la follia e la fragilità. Ciò che si presenta agli occhi dello spettatore è quello che accadrebbe se un uomo buttasse all’aria tutto il suo guardaroba, composto non solo di vestiti, ma anche di souvenir e strani oggetti, popolato da una serie di misteriosi personaggi, in particolare fantasmi o burattini, che si amano e si odiano.
L’infundibulo si mostra in scena con una trovata di sicuro effetto: un imbuto gigante su cui gli otto danzatori/acrobati saltano, si arrampicano, spariscono, ricompaiono, si legano, si uniscono, separano, si lanciano sempre alla ricerca di qualcosa di indefinito. Su questa struttura, il palo, la puleggia, le funi, compaiono e scompaiono in modo da creare movimenti inattesi. L’infundibulo è uno schermo protettivo, un muro, un ventre, una camera risonante, il labirinto della memoria, il luogo in cui fantasie, paure e emozioni, desideri di libertà si scontrano. Qui, l’immaginazione si confronta con un’unica legge, quella della gravità e l’ostinato artista acrobata non può che continuare a tentare. Le acrobazie sono al servizio del complicato macchinario di uno scienziato pazzo. La caduta è inevitabile, come se il circo stesso coi suoi strumenti avesse deciso di intrappolare questi ostinati sognatori. Ogni tentativo di fuga o di liberarsi è destinato al fallimento, fino a quando non arriva il salto finale.
Un trio musicale dal vivo fa da contrappunto ai salti e alle sospensioni in questo limbo, riecheggiandoli in sortilegi sonori e incantando con una presenza continua. In questo spettacolo, in cui convivono rabbia e tenerezza, qualcuno ha letto anche una rivisitazione del mito di Sisifo e un viaggio evolutivo dall’animalità all’umanità.
L’obiettivo della compagnia Feria Musica nata a Bruxelles nel 1995, è quello di portare il circo altrove rispetto alle aspettative, in un posto dove acrobati e musicisti e coreografi lavorano su una amalgama delle loro arti senza imporre alcuna tecnica. Dando spessore alla forza e alle fragilità dell’individuo e dell’esser plurale.