di Alessandro Serena
Questo articolo è parte del progetto Il circo italiano a Monte Carlo, che racconta i vincitori tricolore della più importante manifestazione circense al mondo. Scopri tutti i video, gli articoli e le interviste.
Un cammino iniziato appena bambini e non ancora concluso. Quattro fratelli uniti per regalare stupore ed emozione a milioni di spettatori in tutto il mondo. Anni di sacrificio continuo affrontando a schiena dritta delusioni e gravi problemi di salute. Con la consapevolezza di essere diventati simboli della forza e della rinascita.
Se è vero che nel nome di ciascuno è scritto il proprio destino, nel caso dei fratelli Erdeo, Natale, Ivan e Andrea Pellegrini ciò appare ancora più evidente. Secondo la Treccani i pellegrini sono coloro che compiono un lungo viaggio verso un luogo sacro. E in effetti il percorso di questi straordinari fratelli ha dell’incredibile ed è segnato da tappe fondamentali, come in taluni viaggi spirituali, ad esempio quello di Santiago di Compostela. Il riferimento può apparire blasfemo, ma si parla di artisti, persone, uomini che hanno dedicato la loro vita alla loro professione, levigando il proprio corpo e la propria esibizione come un’opera d’arte, con talento e dedizione.
C’è inoltre da considerare che le tappe di questo percorso non sono state facili e serene, hanno anzi comportato momenti di difficoltà fino a sfiorare il dramma. Un viaggio iniziato sin dalla più tenera età e volto a superare i propri limiti. I genitori li hanno abituati a lunghe ed estenuanti sedute di allenamento per sfidare le possibilità naturali del corpo e creare figure ed esercizi che hanno reso la loro performance unica al mondo. Un lavoro quotidiano di fatica fisica e concentrazione mentale che li ha abituati a mettere l’asticella delle loro potenzialità sempre più in alto. Erdeo, Natale, Andrea e Ivan Pellegrini, figli di Anna e Aristodemo, dopo aver passato l’infanzia e l’adolescenza a provare, esercitarsi, formare il fisico, hanno salito uno per uno tutti i gradini del successo. Da giovani, quasi per caso, l’incontro con Paolo e Marco Lorador, gli Alexis Bros, altri artisti leggendari, grazie al quale decidono di dedicarsi alle verticali, cominciando ad esercitarsi. Lavoro duro, sudore, ore e ore di prove. L’inizio nel piccolo circo Luks, di Amedeo Pellegrini. Poi l’ingaggio da Takimiri. In questi primi anni tutti sono prodighi di consigli per questi giovani artisti che stupiscono per l’entusiasmo col quale affrontano gli allenamenti più impegnativi. Cominciano a trovare buoni ingaggi nel circuito dei night club, all’epoca piuttosto proficuo in Italia, ma ben presto sono notati e contrattati dai migliori complessi di allora quali Nando Orfei ed Embell Riva, dove avviene il debutto del quartetto. In seguito presso i Triberti e poi la vetrina del Golden Circus di Liana Orfei; subito dopo il passaggio dalla cugina, l’altra icona Moira, dove peraltro Natale incontra Lara, che sposerà con un matrimonio in grande stile da lì a poco. Poi il viaggio oltre oceano, dal mitico Ringling Bros. and Barnum & Bailey negli Stati Uniti.
I quattro fratelli cominciano a far parlare di sé nel mondo dell’arte circense e nel 1993 vengono invitati nella più importante manifestazione del settore, il Festival di Monte Carlo. Il rapporto con il grande evento mostrerà due lati della stessa medaglia, la delusione e il trionfo. Alla loro prima partecipazione, i fratelli sono reduci da un contratto biennale da Ringling e sono in uno stato di forma incredibile. Inseriscono nella loro esibizione degli esercizi mai visti più né prima né dopo. Come l’incredibile tenuta di Erdeo da sdraiato di un fratello in verticale sui piedi e gli altri due uno per mano, per un totale di quasi tre quintali tenuti in equilibrio da un solo uomo. Eppure, non riescono a salire sul podio. Certo all’epoca non viene ancora conferito il Bronzo, ma il disappunto è grande. Quell’anno vengono conferiti due Oro ad Oriente. Alla troupe di Guand Dong e ai trapezisti di Pyongyang. Poi cinque Argento fra i quali spiccano il talento equestre di Géraldine Knie (futura sposa di Ivan), il funambolismo dei Guerrero, e la comicità di Peter Shub. In particolare, la troupe di Guand Dong vince con uno straordinario numero di equilibrismo di mano a mano, presentato da un porteur adulto e due giovanissime artiste, un compendio di esercizi di altissimo coefficiente di difficoltà intriso di riferimenti alla tradizione cinese.
Forse, come del resto capitato ad altri artisti italiani, è proprio la parziale delusione a fornire lo stimolo per continuare alla grande la propria carriera. Interessante anche che i quattro decidano comunque di continuare sulla loro strada con un tipico stile all’italiana, esercizi forti, presentati senza troppi orpelli, un carisma che viene dalla stessa presenza in scena. Dopo la partecipazione al Festival la loro carriera, comunque già ben instradata, prende un ritmo frenetico. Arriva un contratto prestigioso e pluriennale con il Lido di Parigi. Poi un ingaggio con il circo dei circhi, lo svizzero Knie, dove peraltro Ivan convolerà a nozze con Géraldine, con la quale avrà Ivan Frédéric Jr. Poi numerose apparizioni nei più importanti varietà tedeschi, a partire dal celebre Tigerpalast nonché nei dinner show e nei circhi di Natale di maggior successo, come Conelli o Flic-Flac, e finanche in alcuni fra i più importanti parchi di divertimenti come Phantasiland, Europa-Park o Hansa-Park.
Mantenere la forma è fondamentale, soprattutto perché la loro esibizione, oltre che per gli incredibili esercizi, è data, inutile nasconderlo, dalla bellezza statuaria dei loro fisici. Il momento in cui si tolgono la giacca per rimanere a torso nudo apre l’esibizione con un boato del pubblico, fra sospiri e incredulità.
Nel 2008, 17 anni dopo la prima apparizione, sono di nuovo invitati nel Principato. Anche in questo caso la concorrenza è agguerritissima. Fra i numeri in competizione, solo per citarne alcuni, il jockey di Florian Richter, il filo mollo dell’incredibile cinese Li Wei, gli elefanti della Famiglia Casselly, le bascule della Troupe Catana, la ruota della morte di Crazy Wilson, l’antipodismo delle bielorusse Marina e Svetlana (quest’ultima sarà a lungo fidanzata con Natale). Ma questa volta, sin dal primo spettacolo di selezione, si respira un’aria di successo con standing ovation convinte e a scena aperta. Non è una sorpresa, quindi, quando al ricevimento all’Hotel Fairmont, S.A.S. la Principessa Stéphanie annuncia l’Oro per i Fratelli Pellegrini, con tutti i presenti a festeggiare con gioia. Il trofeo arriva all’apice di una carriera straordinaria che darà ancora molte soddisfazioni agli incredibili artisti.
Dopo il trionfo nel Principato ulteriori appuntamenti importanti e di prestigio costellano la carriera di questi ragazzi rendendola unica nella storia del circo. Numerose partecipazioni come protagonisti centrali in programmi televisivi, performance in luoghi rilevanti come piazza San Marco per il Carnevale di Venezia. E l’esibizione di fronte a Papa Benedetto XVI nel dicembre del 2010.
Come noto, i fantastici quattro hanno presentato un repertorio del quale detengono il brevetto e la proprietà esclusiva. Alcuni degli esercizi, in particolare le figure a quattro, sono unici al mondo. Si sa che i grandi numeri provocano spesso la nascita di imitatori o emuli. Questo non è mai successo per i Pellegrini, a dimostrazione di come alcuni dei loro exploit siano davvero unici ed irripetibili. Se poi si pensa che questi fratelli hanno ancora oggi un fisico portentoso è ancora più formidabile pensare ai risultati raggiunti.
Ore e ore di palestra tutti i giorni con rarissime eccezioni. E più l’età avanza maggiore è il sacrificio richiesto. Ma il successo è legato a doppio filo proprio alla fatica e al sacrificio. A metà 2012 a Ivan viene diagnosticata una seria malattia che comporta il suo ritiro provvisorio dal numero e l’immediato ricovero in una clinica specializzata tedesca per tutte le cure del caso. Queste sono durate mesi, con una terapia d’urto che avrebbe messo a dura prova la tempra di qualsiasi persona, al termine della quale Ivan si deve sottoporre ad un intervento ancora più delicato e complesso: un trapianto di midollo osseo che gli viene donato dal fratello Natale. Nel momento più difficile sono dolci le parole della mamma Anna: “Guardiamo a nostro figlio sempre con il sorriso sulle labbra. E siamo aiutati in questo da quello che sta succedendo: lui riceve ogni giorno dimostrazioni di amore da tutto il mondo. Semplici sms o saluti su Facebook, lunghe lettere, visite di persona. Tutto quanto, anche il più piccolo segnale di affetto è accolto da mio figlio Ivan e da noi tutti come un regalo prezioso”.
Il cielo è con loro. Pare quasi che tutti gli spettatori che hanno emozionato in decenni di carriera abbiano inviato in cambio i loro migliori auspici. Tant’è che Ivan dapprima lentamente, poi in maniera più decisa, si rimette e appena possibile torna in scena. Nel frattempo, la vita scorre, chi resta single, chi forma una propria famiglia, ma rimane sempre il comune desiderio di presentare la performance straordinaria che ha fatto storia, ha marcato un’epoca. Hanno così modo di partecipare ad altri appuntamenti memorabili. Il 2016 è un anno da ricordare, tornano infatti al Vaticano, questa volta da Sua Santità Bergoglio. E nel Principato di Monaco, dove in qualche modo si chiude un cerchio. Il rapporto con il Festival, infatti, riserva ancora una delle pagine più belle della storia loro e dell’evento. Vengono invitati per l’edizione celebrativa del quarantesimo, quella per la quale il supervisore artistico Urs Pilz intende riunire alcuni fra i più grandi campioni della storia in performance inedite. A loro tocca di esibirsi in un numero irripetibile con i fratelli Adans e Ivan Perez e con il bulgaro Encho Keryazov. Sarà proprio lui, al termine dell’esibizione, al culmine dell’ennesima standing ovation, ad alzare la mano di Ivan, come a dedicarla a lui, indicando il vero vincitore della serata e forse del grande spettacolo della vita.
Ancora una volta questo straordinario festival ha intrecciato il proprio destino con dei grandi artisti. La prima partecipazione aveva lasciato l’amaro in bocca, la seconda era stata un trionfo, infine l’invito fuori concorso a consacrare un’intera carriera e il percorso di una vita. Il segreto forse è dare importanza sempre al viaggio e non agli obbiettivi che via via si raggiungono. E il viaggio di questi straordinari fratelli sembra non dovere finire mai. Dei Pellegrini dell’arte circense.