di Alessandro Serena
L’arte circense fa sentire alta la propria voce grazie al Festival Internazionale del Circo di Monte Carlo. In un anno terribile per il settore italiano con la scomparsa di Walter Nones e Enis Togni, due dei maggiori imprenditori circensi europei dell’ultimo mezzo secolo, che non a caso, in forme diverse avevano legato il proprio nome al Festival. Nones per avere prodotto il primo numero italiano in grado di vincere il Clown d’Oro nel 1987 (lo splendido gruppo di tigri del fratello Giuseppe). E Togni per avere di fatto contribuito con il suo staff ad affermare il festival stesso, oltre che per aver generato Flavio, ancora oggi l’artista in assoluto più premiato nella storia della kermesse. In un panorama internazionale frastornato dalla notizia della chiusura del colosso Ringling Bros. and Barnum & Bailey il principato di Monaco afferma una forma d’arte capace di rinnovarsi e allo stesso tempo restare fedele alle tradizioni con un enorme successo di pubblico.
La giornata è stata turbata dai funamboli della troupe Gerlings, che per fortuna non ha fatto registrare gravi infortuni, ma quanto meno ha fatto ricordare di che materia è fatto il circo, con artisti che rischiano ogni giorno la vita.
Dopo l’edizione celebrativa dello scorso anno, è sempre difficile ripartire con lo spirito della competizione. Ebbene si può dire senza tema di smentita che il palmares è stato di ottima qualità.
Oro alla troupe Trushin, alla bascula, che ha continuato la tradizione che vuole la Russia primeggiare in questa disciplina mostrando dei virtuosismi unici come il quadruplo salto mortale con i trampoli con un’estetica alquanto originale di steam punk post nucleare.
Primo posto del podio per il duo uzbeko di cinghie aeree Sky Angels (già premiati al Festival di Latina). Premio che conferma l’ottimo stato di forma di questa disciplina che ogni anno viene interpretata in maniera sempre più originale e alzando di continuo il livello tecnico. In particolare i due artisti hanno mostrato delle prese con i denti di un coefficiente di difficoltà assai elevato, ma sempre in maniera fluida e coinvolgente.
Clown d’Argento ai Fratelli Askold e Edgar Zapashny per il loro numero di felini. Una dozzina fra tigri normali e bianche, leoni normali e bianchi e leonesse, dirette magistralmente dalle due stelle russe del circo. Con ogni probabilità si tratta oggi dei personaggi circensi più conosciuti nella loro nazione. Star non solo del circo ma dello spettacolo in generale, che della pista hanno dimostrato di conoscere tutti i segreti. Forse potevano ambire anche al primo gradino del podio.
La Cina ha conquistato il Clown d’Argento con il numero di equilibrismo e verticali della troupe acrobatica di Xinjiang. Una ventina di artisti impegnati in passaggi di mano a mano in una performance molto danzata e ispirata in qualche modo al Lago dei cigni, anche se in versione maschile. La stessa troupe presentava anche un numero di lassos.
Il Canada lo ha preso con il Duo Chilly and Fly con un numero al sostenuto aereo di potenza e grazia inusuali.
Secondo posto anche per Marek Jana che presentava un numero di animali esotici ed uno di cavalli in libertà con cantante dal vivo e costumi e coreografie molto curate.
Argento anche per i Frankello, artisti tedeschi con elefanti e leoni marini presentati con dolcezza ed ironia.
Bronzo a Mario Berousek, il giocoliere della Repubblica Ceca che in passato non aveva vinto nessun premio rilevante, ha confermato di essere uno dei grandi della sua disciplina.
Ha scelto un solo attrezzo, la clava, che maneggia con sicurezza, rapidità e carisma. Si tratta probabilmente del più veloce giocoliere al mondo. Standing ovation ad ogni spettacolo.
Terzo gradino del podio per la Troupe Skokov, otto splendide ragazze russe, acrobate e ballerine, impegnate in esercizi alla doppia altalena. Con uno stile molto elegante e peculiare e ampie gonne di tessuto leggero che svolazzavano durante i loro exploit tanto difficili da avere loro procurato, a volte degli arrivi non del tutto indolore.
Bronzo anche alla Troupe Gerlings che presentava due numeri diversi, una ruota della morte con otto persone ed un filo alto.
Bronzo per gli Holmikers che hanno divertito il pubblico con una pantomima ispirata all’horror.
Bronzo per il Duo Sons alla baascula coreana, in rappresentanza della Svezia.
E anche per Alexander Batuev, incredibile dislocatore ucraino, già visto in Italia per altro al Gran Gala du Cirque di Raffaele De Ritis a Funambolika.
Ma soprattutto è importante ricordare anche l’unico premio consegnato l’anno scorso, quello a SAS la Principessa Stephanie. Il suo Clown d’Oro brilla ancora di luce propria e permette la realizzazione di questa manifestazione di importanza incalcolabile, sempre grazie allo staff capitanato dall’ottimo Urs Pilz.
L’Italia era rappresentata dalla signora del Circo Liana Orfei, invitata in giuria quasi a coronamento dei festeggiamenti per i suoi primi 80 anni. Ma si può credere che anche i suoi due stimati colleghi scomparsi di recente, Nones e Togni, eroi del circo, sarebbero stati soddisfatti e compiaciuti di sapere che l’arte da loro tanto amata, grazie anche al Festival di Monte Carlo, continua a rappresentare “il più grande spettacolo del mondo”.