di Armando Alò
Molte storie del circo iniziano con una infatuazione avuta da bambini. Armando Alò non fa eccezione: in questa sua testimonianza racconta come ha scoperto questo mondo da piccolo e come poi questa passione sia diventata un vero e proprio lavoro, oltre che un modo per superare i momenti difficili.
Sono un ragazzo in carrozzina sin dalla nascita e il circo mi ha aiutato a vivere in pienezza ogni attimo della mia vita e a trovare il mio posto nel mondo. La mia più che una passione è diventata una ragione di vita. Già durante la mia infanzia non perdevo occasione di andare a vedere gli spettacoli sia quando il circo arrivava nel mio piccolo paese sia quando mi trovavo in vacanza. Poi nel lontano 2011, quando frequentavo la prima media, la mia vita è cambiata perché arrivò il circo Arbell, diretto da Armando Canestrelli; nella mia classe venne una bambina che è stata la mia vicina di banco per una settimana, si chiamava Bianca Varanne. Si instaurò tra noi un’amicizia, lei mi raccontava della sua vita nel circo ed io ne rimanevo affascinato. Poi, un pomeriggio, mi invitò a vedere lo spettacolo e fui molto meravigliato perché vidi quel mondo con occhi diversi, ebbi modo di conoscere la sua famiglia e tutta la compagnia. Rimasi colpito in particolare dal loro duro lavoro ma anche dalle tante soddisfazioni che solo questo mestiere è capace di dare. Tornai più volte al circo ed ogni volta ero sempre più estasiato da questo mondo che suscitava in me forti emozioni; mondo che da lì a breve sarebbe diventato anche mio.
Da quel momento ho iniziato non solo a documentarmi su questo universo meraviglioso, sulle sue origini, sulla sua storia e sulle principali famiglie circensi ma anche a girare per i paesi limitrofi per assistere agli spettacoli e conoscere vari artisti e famiglie. Il primo grande complesso che ho avuto modo di visitare è stato quello di Moira Orfei, a cui ne seguirono molti altri. In particolare, non dimenticherò mai la mia prima visita al Circo Lidia Togni diretto da Vinicio Togni Canestrelli, con il quale è nata sin da subito una grandissima amicizia. Nel 2014 entrai a far parte del Club Amici del Circo, partecipando all’assemblea annuale sotto lo chapiteau dell’American Circus diretto dalla famiglia del compianto Enis Togni ricevendo una calorosa accoglienza sia dai soci che da tutta la famiglia Togni. Con il passare degli anni mi sentivo sempre più parte della grande famiglia del circo e dello spettacolo viaggiante; ovunque andavo venivo accolto e amato. Ma la vera svolta è arrivata nel 2016 quando partecipai come spettatore alla diciottesima edizione dell’International Circus Festival of Italy; ebbi modo di conoscere artisti internazionali ma anche direttori e agenti, produttori, registi provenienti da tutto il mondo con i quali con il passare del tempo ho instaurato delle amicizie che mi hanno segnato profondamente. Due anni dopo sono tornato a Latina in veste di giurato nella giuria della critica composta da giornalisti ed esperti del settore.
Grazie al circo sono riuscito, nonostante la mia condizione che mi avrebbe potuto portare facilmente a chiudermi in me stesso, ad avere molte relazioni che quasi sempre si sono trasformate in amicizie vere. Questo mi fa sentire una parte integrante della comunità circense internazionale e mi aiuta a superare i momenti di sconforto. Nel circo non ho mai incontrato barriere culturali e architettoniche di nessun genere e sono sempre stato accolto nel migliore dei modi. In questi anni, oltre a pubblicare notizie sulla mia pagina Facebook sul nostro mondo, scrivere recensioni sugli show e pubblicare vari reportage, ho portato sempre avanti con fierezza la battaglia in difesa e salvaguardia del circo tradizionale con animali schierandomi contro chi mette i bastoni tra le ruote e vorrebbe cancellare le nostre tradizioni secolari. Da quando ho terminato gli studi il circo è diventato la mia ragione di vita; oggi svolgo la mia attività di circus promoter (la mia pagina Facebook ha oltre 6000 follower da tutto il mondo, tra addetti ai lavori e appassionati) collaborando con migliaia di complessi circensi di varie dimensioni e festival internazionali. La mia missione non è solo quella di far conoscere la nostra nobile arte a quanta più gente possibile ma anche quella di dedicare la mia intera vita al circo ed essere al servizio di tutta la comunità circense.mSpero di essere diventato un simbolo di determinazione e grande forza di volontà per tutto il nostro mondo che ha saputo dare un senso e una ragione alla mia vita.