Grazie ai cimeli e ai ricordi recuperati dal nipote Davide Panzavolta, sta per essere realizzata una nuova e più approfondita ricerca storica sulla figura di Primo Malagoli, clown e atleta, noto per avere ridonato fama, a metà degli anni Trenta, ai personaggi tratti dai fumetti di Fortunello e Cirillino, già portati in scena dal campione olimpico Alberto Braglia all’inizio del Novecento.
Una storia dimenticata, fatta di acrobazie, risate e coraggio in tempi bui, sta finalmente riemergendo grazie alla meticolosa ricerca di Davide Panzavolta, nipote di Primo Malagoli. Le immagini e il testo che raccontano le avventure di “Fortunello e Cirillino”, forniti direttamente da Panzavolta, sono destinati ad essere approfonditi da storici e ricercatori, alimentando una notevole curiosità e recuperando una storia che è stata un po’ dimenticata negli anni. Tutto ha inizio nel 1936, quando Primo Malagoli, in arte Fortunello, e il giovane Armando Salami, alias Cirillino, portano in scena uno spettacolo acrobatico ispirato all’omonimo fumetto. Ma la loro storia affonda le radici molto prima, nel 1925, quando Primo viene allenato da un’autentica leggenda dello sport italiano: Alberto Braglia.
Alberto Braglia non era un ginnasta qualunque. Vincitore di ben tre medaglie d’oro olimpiche tra i Giochi di Londra del 1908 e quelli di Stoccolma del 1912. La sua carriera è segnata da successi clamorosi, ma anche da periodi difficili durante i quali viene temporaneamente radiato dalla Federazione Ginnastica d’Italia a causa della sua attività di artista con il duo “Fortunello e Cirillino” una pantomima che unisce le abilità atletiche alla comicità. Non solo, la vita dell’atleta è segnata anche dalla perdita di un figlio ed è forse per questo motivo che si affeziona a Primo, orfano di padre, instaurando con lui un rapporto speciale nel quale Alberto trasmette al giovane il suo sapere nell’arte ginnica, ma anche insegnamenti di vita e valori che portano Malagoli a decidere di non iscriversi al partito fascista, nonostante le crescenti pressioni del regime.
Inoltre, proprio grazie all’influenza di Braglia, Primo decide di dedicarsi al teatro, portando in scena, insieme al piccolo Armando Salami, lo spettacolo che lo stesso Braglia aveva già portato in tournée. Così Fortunello e Cirillino rinascono, e dal 1936 al 1946 calcheranno i palcoscenici italiani, esibendosi persino al cospetto del Re nel 1939. Purtroppo, con l’inasprirsi della Seconda Guerra Mondiale, la loro avventura prende una piega inaspettata. Nel 1941, Primo è costretto ad accettare un contratto con il governo tedesco, esibendosi per quasi tre anni in Germania, lavorando senza sosta e senza poter tornare a casa, con il pensiero costante della sua famiglia. Nel luglio del 1943, un’altra svolta imprevista: un alto funzionario tedesco, in cambio di documenti e lasciapassare, gli chiede di trasferirsi a Copenaghen e poi a Göteborg, in Svezia, per allontanare suo figlio dalla Germania. Primo accetta, consapevole dei pericoli del rientro in un’Italia spaccata dalla guerra. In Svezia, Primo reinventa la sua vita, passando da acclamato artista a costruttore di statuine. Qui trova l’affetto di una famiglia italiana immigrata che lo accoglie insieme a Cirillino. Nella primavera del 1946 i due fanno finalmente ritorno a Modena e possono riabbracciare i loro cari dopo oltre cinque anni. La ricerca di Panzavolta ha riportato alla luce un tesoro di documenti e ricordi grazie i quali verrà ridata nuova luce a un piccolo pezzo di storia del circo, ma anche alla vita di Primo Malagoli, ginnasta e artista di successo, un uomo capace di resistere anche nei momenti più bui del Novecento.
Tutte le immagini e i video provengono dall’archivio di Davide Panzavolta