Di Francesco Mocellin
Questo articolo è parte del progetto Il circo italiano a Monte Carlo, che racconta i vincitori tricolore della più importante manifestazione circense al mondo. Scopri tutti i video, gli articoli e le interviste.
Non abbiamo esitazioni nell’affermare che Elvis Errani e i suoi elefanti siano stati la vera sorpresa del Festival di Monte Carlo 2024. Nessuno dubitava del livello dell’addestramento dell’artista italiano e della possibilità che presentasse nella competizione monegasca un numero di grande qualità, ma qui parliamo d’altro: ci riferiamo alle potenti emozioni che la performance di Elvis e della moglie Cvetomira Kirova è stata capace di suscitare nel pubblico.
La giusta valorizzazione di questa attrazione è passata anche dalla coraggiosa decisione presa dalla giuria (di cui facevano parte, tra gli altri, Liana Orfei e Flavio Togni, quest’ultimo certamente il massimo esperto e trainer di pachidermi vivente) che ha saputo andare in controtendenza rispetto alla propensione attuale per la progressiva sparizione dei numeri con animali cosiddetti esotici e la conseguente penalizzazione di quelli tutt’ora in circolazione. Anche Elvis, Cvetomira e il loro entourage, pur consci di operare in un contesto molto favorevole come quello di Monte Carlo, sono rimasti piacevolmente stupiti dalla reazione assolutamente spontanea degli spettatori: questi hanno tangibilmente manifestato ad ogni spettacolo la loro partecipazione emotiva seguendo l’onda delle emozioni che il numero ha saputo generare, senza che emergesse alcuna riserva mentale nei confronti della presentazione di animali. Le reazioni dell’audience hanno testimoniato della bontà dell’idea di fondo che ha mosso Elvis nella preparazione del nuovo numero, ovvero quella di trasmettere emozioni legate alla scelta di chi come lui ha deciso di dedicare l’intera quotidianità al rapporto con i suoi pachidermi.
Non si tratta di un numero classico basato su una successione di esercizi – ci spiega l’addestratore – ma di una vera e propria rappresentazione estetica del tipo di rapporto e di comunicazione instaurati con questi magnifici quanto complessi animali. Nell’elaborazione del percorso creativo è stata fondamentale Cvetomira, che ha immaginato quanto fosse importante evidenziare come questa relazione determinasse una sorta di fusione, un “tutt’uno uomo/pachiderma”. Un altro ruolo di assoluto rilievo nella costruzione dell’attrazione lo ha svolto la sorella Zeudi Errani che ha concepito la coreografia di concerto coi protagonisti in pista. È quasi superfluo ricordare l’importanza fondamentale del padre Riccardo, un vero maestro nella trasmissione della tecnica e dei segreti dell’addestramento: Elvis ci ricorda di aver fatto la prima doccia agli elefanti all’età di sei anni mentre a sedici ha debuttato in pista coi tre attuali esemplari. Il numero visto a Monte Carlo è stato concepito in Germania, nel Tierpark Strohen, sito a circa un’ora da Hannover, dove Elvis e la sua famiglia lavorano da sei anni mostrando ai visitatori una sorta di presentazione educativa con gli animali. In occasione delle ultime due festività di fine anno ha fatto parte del cast del circo di Natale di Dresda, il più popolare tra quelli che agiscono nei territori dell’ex DDR e certamente uno dei più prestigiosi di tutta la Germania.
La scelta di stabilirsi in modo pressoché stabile in un parco è stata dettata sia dalle oggettive difficoltà che ormai si devono affrontare per ottenere degli ingaggi adeguati ad un numero con questo tipo di esemplari sia dalla necessità di garantire le migliori condizioni di vita possibili per le tre elefantesse indiane che accompagnano Elvis dall’infanzia e che ormai hanno tutte superato i cinquant’anni di età. Spendiamo qualche parola sulle tre compagne di avventura di Elvis e Cvetomira. Si tratta di Baby, acquistata dal nonno Guido Errani presso Darix Togni, per anni abituata ad essere da sola col tipico carattere da matriarca, ovvero da leader; Yumba, arrivata più tardi, proveniente dal Circo Perris, dal carattere più giocoso; Mala, originariamente appartenente al grande gruppo di Sir Robert Fossett che l’aveva ceduta al Parco Zoo Le Cornelle da cui è arrivata al Circo Errani, dotata di un carattere forte.
Qualcuno, assistendo alla performance monegasca di Elvis, ha sostenuto che si sia ispirato all’ultima produzione di Andrey Kornilov; in realtà si tratta di due concezioni completamente diverse perché quella dell’artista russo si basa su una successione di esercizi anche complessi, in qualche modo più old style con l’utilizzo di attrezzi. Elvis, invece, ha puntato tutto sulla fluidità, senza forzature e tenendo conto dell’età degli animali. Volendo trovare qualche similitudine per la performance che è valsa il Clown d’Oro dovremmo attraversare l’Atlantico per assistere al lavoro di Patricia Zerbini col suo imponente elefante maschio Luke, ma si tratta di mere affinità stilistiche più che contenutistiche. Tornando al protagonista delle nostre attenzioni, possiamo dire che Elvis ha ereditato la passione per gli animali dal nonno Guido prima e dal padre Riccardo poi: non dimentichiamo che per un periodo della sua gioventù si è occupato anche di un gruppo di dieci tigri. Con Baby, Yumba e Mala si sente una sorta di fratello minore e spende tutto il suo tempo per fare in modo che la vita delle tre splendide elefantesse sia la più lunga e confortevole possibile.
Nonostante i tempi bui che stanno vivendo gli addestratori che vedono restringersi vieppiù gli spazi d’azione, Elvis rimane ottimista e vede il suo futuro ancora accanto ai suoi elefanti il più a lungo possibile. “Stanno invecchiando e hanno sempre più bisogno di me”, dice, dimostrando concretamente di anteporre l’amore per gli animali e per il suo lavoro a qualsiasi obiettivo di profitto. Crediamo che in questo caso il conferimento del Clown d’Oro (che viene dopo i Bronzi del 2009 e 2015, ai quali va aggiunto lo Junior d’Argento dello stesso anno) costituisca il giusto riconoscimento, non solo per la raffinata elaborazione creativa ammirata in pista ma anche per la costante ed appassionata dedizione che Elvis e la sua famiglia riservano alle loro compagne di vita.