di Salvatore Arnieri
Nel corso degli anni la comunicazione è passata rapidamente dalla carta, con invii di informazioni tramite posta e riviste di settore, che a lungo sono stati l’unico mezzo di contatto tra circensi e appassionati, all’immediatezza del web. L’anno prossimo il portale Circusfans celebrerà i suoi primi 25 anni. Dario Duranti racconta a Salvatore Arnieri come è nato il progetto, il suo rapporto con le pubblicazioni informative e la sua importanza come memoria storica.
Decenni fa gli appassionati di circo disponevano di pochi modi per condividere la loro passione e ciò avveniva principalmente attraverso la corrispondenza. Ad esempio Giuseppe Rivarola (corrispondente di circo per La Stampa, Il Lavoro e altre testate), grazie a una vasta rete di collezionisti, divulgava locandine, foto e informazioni tra direttori, appassionati e artisti. I suoi contributi su quotidiani generalisti e su riviste di settore offrono uno sguardo dettagliato sul circo negli anni Sessanta e Settanta. Così la rivista Circo ha avuto un ruolo fondamentale dal 1968 a oggi, e nello stesso periodo Pino Correnti fondò il Circus Club d’Italia organizzando nei grandi circhi in sosta a Milano numerosi eventi intitolati La Lunga Notte del Circo, della Televisione e del Teatro per generare attenzione sul mondo del circo. E successivamente il Club Amici del Circo che aggregò gli appassionati sotto un’unica associazione. Nel 1999 nasce, su iniziativa di Gaetano Pappalardo, il portale Circusfans Italia, che trae ispirazione da un omologo svizzero, nel quale lo stesso Pappalardo mette a disposizione le sue competenze informatiche per creare uno strumento capace di condensare intorno a sé una comunità virtuale senza precedenti, facilitando l’accesso alle informazioni circolanti. Il primo risultato, che farà la fortuna del portale, sarà la pagina tournée gestita con passione da Luciano Ricci, che contattava quotidianamente tutti i circhi d’Italia per ottenere gli itinerari in corso e futuri. Da lì il portale è cresciuto di giorno in giorno e si appresta a soffiare su 25 candeline.
Che effetto fa raggiungere questo traguardo per Circusfans? Lo chiediamo a Dario Duranti che da 25 anni si prende cura del sito insieme a una ricca squadra di collaboratori.
È emozionante. È davvero un pezzo di vita. Oggi Circusfans oltre ad informare sulla quotidianità, è un archivio monumentale di ciò che è avvenuto in questo ultimo quarto di secolo. Potremmo considerarlo un museo di pixel, che custodisce migliaia, forse milioni, di fotografie. Abbiamo dato notizie che ci han fatto esplodere il cuore di gioia e altre che abbiamo scritto con gli occhi lucidi di dolore. Abbiamo annunciato la nascita di bimbi che oggi sono giovani talenti affermati. Nei primi anni di vita del sito i circensi dicevano “abbiamo letto su Internet” per dire che avevano letto una notizia su Circusfans. Per tanti di noi la prima cosa che facevamo nella giornata era collegarsi al sito e vedere se c’erano notizie. In questi anni il sito ha fatto parte della nostra vita personale, siamo cresciuti con lui. Il gruppo di lavoro, ampio e ristretto allo stesso tempo, si è esteso negli anni, anche se qualcuno purtroppo ci ha lasciato. Ci preme ricordare Roberto Pandini, tra i primi collaboratori, Maurizio Tramonti e appunto Luciano Ricci. Ma se la vita ci ha strappato collaboratori preziosi, ci fa anche notare che nel team di oggi ci sono anche persone che nel 1999 non erano ancora nate.
Come è cambiata l’informazione sul circo in questi anni?
Circusfans ha vissuto diverse fasi. Inizialmente, il sito si concentrava sulla pagina news e tournée. Successivamente, è stato introdotto il forum, permettendo un’ampia interazione tra appassionati e circensi. Questo ha facilitato lo scambio di informazioni, inclusi annunci di vendita di tendoni e ricerche di artisti per eventi e TV. L’arrivo di Facebook in Italia nel 2008 ha segnato una svolta, spostando l’attenzione dai siti ai social media, dando autonomia ai circhi e agli artisti nella gestione delle proprie comunicazioni, semplificando l’accesso agli itinerari ma perdendo parte dell’esclusività nell’informazione.
Dunque i siti son destinati a sparire?
No, direi di no. Avremmo potuto convertirci in una pagina Facebook sul circo, guadagnando in tempestività, in interazioni e riducendo il lavoro di pubblicazione, ma da storici del circo riteniamo fondamentali due aspetti: da un lato la creazione e l’implementazione dell’archivio, una sorta di banca dati accessibile gratuitamente a tutti. E dall’altra un approfondimento che i social non consentirebbero. I contenuti social, di cui noi tutti siamo grandi fruitori, devono essere sintetici e risentono dello scroll, vedi una immagine, una notizia, la scorri per qualche secondo e passi oltre. Succede inevitabilmente anche con i nostri post. Ma se ci si clicca sopra diamo l’opportunità di approfondire maggiormente, di fornire un’informazione più ricca.
Questo mi fa pensare a un giornale cartaceo. Che affinità
ci sono tra un giornale e Circusfans?
Prima di occuparmi di Circusfans e di scoprirlo un po’ per caso durante una navigazione online, collaboravo con la rivista Circhi & Luna Park In Cammino, periodico edito dalla Fondazione Migrantes, ufficio della Conferenza Episcopale Italiana responsabile della pastorale dei Circensi e dei Fieranti. Una pubblicazione che aveva la funzione di tenere unita la comunità della gente del viaggio. Storicamente la testata risaliva agli anni Cinquanta ai tempi di un grande personaggio, Don Dino Torreggiani, che fondò l’OASNI (Opera Assistenza Spirituale Nomadi in Italia). La rivista negli anni ha cambiato periodicità e formato e negli anni Novanta, sotto la direzione di Monsignor Piergiorgio Saviola, ha assunto la forma con cui la conosciamo oggi. Saviola ebbe fiducia in me e mi diede carta bianca per renderla uno strumento che potesse interessare il popolo del circo e del luna park. Quando mi sono imbattuto in Circusfans è venuto quasi normale mettere in relazione i due strumenti, rendendoli complementari, pur avendo vocazioni e titolarità differenti. Il sito consentiva di ampliare la rete di collaborazione, permettendo di far conoscere la rivista a tutti. Questa capillarità raggiunta con il web consentiva di portare la rivista fisicamente in tutti i circhi, a mano, attraverso una serie di soggetti che erano delle antenne regionali, così da bypassare lo scoglio delle spedizioni che non riescono a raggiungere i circhi per via dell’itineranza. Inoltre se sul web davamo le notizie sintetiche della quotidianità, In Cammino consentiva l’approfondimento storico, i profili, le interviste,dando voce a tanti artisti anziani che abbiamo avuto l’onore e il privilegio di intervistare. Intorno al 2010 a seguito di una ristrutturazione dell’organizzazione della Fondazione Migrantes, la rivista In Cammino ha smesso di essere pubblicata. È stato doloroso dopo quindici anni prendere atto che quel percorso era terminato, ma era anche un segnale di un cambiamento della società. In un certo senso, di una nuova era.
Intendi dire che è finita l’epoca delle riviste cartacee?
Assolutamente no, anche perché lo stiamo scrivendo su una testata che esce da quasi sessant’anni. Il mondo della carta stampata sta cambiando. Le energie per gestire una rivista cartacea erano ingenti e insostenibili, con il Ministero che ha interrotto il sostegno alle riviste circensi. Le tariffe postali pesano, scoraggiando questa forma di distribuzione. È vitale mantenere i periodici di settore per garantire la trasmissione accurata delle informazioni, ma la tendenza verso l’informazione digitale è evidente. Questo ci ha spinti a concentrarci su Circusfans, mantenendo sezioni più specifiche per la comunità circense anziché un pubblico più generico.
Si riesce ad accontentare due target differenti?
Sarebbe quello il nostro obiettivo: da un lato soddisfare gli appassionati e gli addetti ai lavori, gli artisti, i circensi. Ma dall’altro cercare di essere divulgativi, avvicinare il grande pubblico al mondo del circo, raccontare l’oggi, continuare a censire gli spostamenti dei circhi alimentando un database di foto, video e informazioni e intanto recuperare pezzi di storia passata, recuperare video d’epoca e ricostruire un racconto utile per mantenere in vita la memoria.
Il risultato più recente?
Ci hanno contattato dal Principato di Monaco per recuperare alcuni materiali video e fotografici sulla storia del Festival di Monte Carlo presenti nella nostra sezione dedicata alla kermesse monegasca e che sono ora esposti nella mostra Le Prince au coeur du cirque. Sentirsi dire che alcuni documenti non sono neanche in possesso degli organizzatori del Festival ci ha dato grande soddisfazione e compensa il grande lavoro di ricerca di questi anni.