“Protesta molto rumorosa ma poco numerosa” definiscono gli organi di informazione quella che si è svolta ieri sera a Imola. Con “colpo di scena finale, degno della migliore tradizione circense: ingresso gratuito per tutti (manifestanti esclusi)”, come scrive Il Resto del Carlino, e con “un pubblico fatto di tanti bambini che però avrebbe preferito vedere da vicino leoni, tigri e magari una bella giraffa dal collo lungo”. Gli animalisti hanno dato libero sfogo all’insulto e alla denigrazione, con lo scopo di continuare a criminalizzare un circo che ha già pagato tantissimo in termini affettivi, morali, economici per la perdita della giraffa. Il clima è di vera ostilità tanto che, scrive il Corriere di Romagna, fra i bambini arrivati sul posto per vedere il circo c’è chi piange e chi dice “a Imola nemmeno il circo si può vedere” e “quel caos è tutta colpa del sindaco”. Ma la notizia è un’altra: sono riusciti a radunare lo stesso gruppetto della volta precedente, circa 150 persone, molte venute da fuori Imola (Bologna e anche Brescia), secondo lo stile militante e organizzato degli animalisti. Un flop clamoroso, soprattutto se si tiene conto dello spiegamento di forze da parte delle organizzazioni animaliste, del tam tam mediatico e dell’impegno profuso ad organizzare la manifestazione (facendo leva su un fatto che ha comunque toccato l’emotività di tanti), che dimostra come gli animalisti siano quattro gatti ma contino purtroppo sugli organi di informazione e davanti a certe amministrazioni compiacenti come un esercito. Il Comune di Imola ha assunto l’ordinanza anti-circo anche con la motivazione di interpretare in questo modo la volontà e la sensibilità della maggioranza degli imolesi. Niente di più sbagliato, come dimostrano i fatti, anche quelli di ieri sera. E dunque niente di più falso anche il ritornello che ripetono oggi le più ricche (leggere i bilanci per credere) e politicamente introdotte sigle animaliste riunite nella federazione, come Lav ed Enpa, le quali chiedono al ministro per i Beni culturali di modificare i criteri di erogazione dei contributi (somme ridicole, che non bastano nemmeno a pagare il carburante) ai circhi: “Se il governo modificasse quel decreto ministeriale darebbe un importante segnale all’opinione pubblica, turbata per l’incidente occorso ad Imola e generalmente ostile all’utilizzo di animali nel circo”. Ad essere turbati sono gli animalisti, che si scoprono ancora una volta isolati. La maggioranza degli italiani, come degli imolesi, sa bene che gli animalisti cavalcano una battaglia estremista, ideologica e faziosa, solo per portare acqua al proprio mulino.
Ma a Imola ieri sera è successo qualcosa di veramente nuovo e non grazie agli animalisti. Per la prima volta si è vista la difesa spontanea del circo. Sono stati infatti affissi cartelli e volantini: un manifesto con il sindaco di Imola in groppa alla giraffa Brambilla, un cartellone con la scritta “a Imola la giustizia Manca”, “il sindaco di Imola per cavalcare giraffe cede ai sabotatori e caccia i lavoratori” ed altro. Nella loro collezione di flop e battaglie perse contro i circhi, gli animalisti sono riusciti anche in questo: risvegliare l’orgoglio della gente del circo, tanto che – come ha scritto ieri l’ex senatore Livio Togni – da Imola può partire la riscossa del circo italiano.