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Carlo Giovanardi vola al circo: “Spettacolo per la famiglia, pulito e bello”

Il sottosegretario Carlo Giovanardi

 

“Il circo è, per eccellenza, lo spettacolo per le famiglie, bello, pulito e gioioso”. Chi parla è il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Carlo Giovanardi, con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile. “Anche io ho bellissimi ricordi legati al circo e alla mia famiglia, anzitutto ai miei genitori che da piccolo, e soprattutto durante le feste natalizie, mi portavano a vedere gli artisti e gli animali sotto al tendone che passava dalla mia città”. Giovanardi è modenese, ha iniziato la sua carriera politica nella Dc alla fine degli anni 60. E’ diventato deputato per la prima volta nell’aprile del 1992 per lo scudo crociato e nel ’94 è stato tra i fondatori del Centro Cristiano Democratico. Già ministro per i rapporti col parlamento nel secondo e terzo governo Berlusconi, nell’attuale legislatura è stato eletto senatore nella regione Emilia Romagna.

Dunque Carlo Giovanardi conserva un ottimo ricordo del circo…

“Il circo è qualcosa di magico che si sedimenta nella memoria e che non si cancella più, lasciando immagini ed esperienze del tutto positive. E poi sa cosa le dico?”

Dica.

“Un mondo senza il circo, ma anche senza il palio di Siena e senza la caccia, trovo che sarebbe un mondo molto più povero e grigio. Mi preoccupa invece la violenza che viene perpetrata sulle donne e sugli uomini nella nostra società, questa si reale e quotidiana. E mi preoccupa poi moltissimo che un taxista venga massacrato di botte e perda la vita perché, senza volerlo, ha investito un cane. A questo può portare una cultura totalmente sbagliata, che si chiami “animalista” o in altro modo poco importa”.

Senatore, forse è per questo suo modo di ragionare che la Lav l’ha inserita nell’elenco dei parlamentari “negativi”, cioè sgraditi a questa organizzazione?

“Sì, ho letto il vostro servizio ed ho appreso di essere un parlamentare “cattivo” secondo gli animalisti. Non mi sono stupito più di tanto: ho idee diverse dalle loro. Ritengo che l’animalismo stia diventando qualcosa che va in rotta di collisione con i valori religiosi e se vogliamo anche col cattolicesimo”.

In che senso?

“Nel senso che stiamo assistendo in questi anni a una doppia escalation: da un lato al tentativo di innalzare il mondo animale e vegetale (nel senso di ambiente) a qualcosa di sacro, intoccabile e inviolabile. E dall’altra parte invece l’essere umano continua a scendere gradini nella scala delle priorità fino a diventare qualcosa di eliminabile o manipolabile, fin dall’embrione. Ritengo un paradosso incredibile che, ad esempio, ci sia qualcuno che si oppone alla sperimentazione sugli animali mentre non ha nulla da dire sulla distruzione dell’embrione, che è un essere umano in divenire. Dell’embrione si può disporre ormai come si vuole, mentre il criceto non può essere utilizzato come cavia per salvare vite umane. E’ uno stravolgimento dei valori che stanno alla base della civiltà così come la conosciamo da millenni”.

E come si è arrivati a questo modo di ragionare?

“Intanto noto una grande confusione sotto il cielo, i punti fermi sono stati ribaltati. E poi c’è anche una certa dose di razzismo nella cultura animalista”.

Questa non gliela faranno passare in silenzio, senatore.

“Guardi, gli animali da compagnia, quelli alla Walt Disney che vengono rappresentati in una certa maniera e dunque suscitano simpatia, sono oggetto di protezione da parte degli animalisti. Ma non a tutte le specie va così bene. Una mia collega di governo fa grandi battaglie animaliste ma commercia salmoni e non ho mai capito perché sia sacra la lepre o la quaglia ma il salmone no”.

Questa collega risponde al nome di Michela Vottoria Brambilla, ministro del Turismo?

“E’ proprio così. Tirare il collo alla gallina non è che sia una cosa poco cruenta, l’allevamento intensivo dei salmoni non è che sia qualcosa di meraviglioso. Però gli animalisti si scatenano contro la caccia, contro il circo o il palio di Siena, ma molti di loro mangiano bistecche, polli e carne in genere e qualcuno commercia anche certe specie”.

Però mi consentirà di farle notare che mentre un tempo questa cultura animalista trovava riparo e aiuto soprattutto fre le forze politiche di sinistra e ambientaliste, oggi i paladini più convinti sono ministri e parlamentari del centrodestra, Pdl in testa.

“Secondo me questo denota una progressiva lontananza della politica dalla esperienza concreta delle persone e dalla realtà delle cose. Una volta era anche più semplice non cadere in certe mode perché la maggioranza delle persone abitava in campagna o in montagna, e comunque aveva un rapporto diretto con l’agricoltura e dunque tutti sapevano bene, ad esempio, che se non vengono abbattuti i cinghiali o gli animali nocivi, l’agricoltura muore. Tutti sapevano che i cacciatori sono i migliori amici dell’ambiente e senza queste “sentinelle” la situazione peggiora anche per l’uomo. Oggi è prevalsa una visione astratta delle cose e un po’ tutta la politica ne fa le spese. Sposare certe cause a mio parere significa avere una visione avulsa dalla realtà e anche dalla cultura. Un amico scomparso qualche anno fa, l’onorevole Giacomo Rosini, ogni anno regalava un libro sulla caccia e sapeva bene che eliminare la caccia significa cancellare anche parte della letteratura mondiale, della pittura, tutto quello che è stato scritto su quel mondo e su quei quei riti che fanno parte della storia dell’umanità”.

Allo stesso modo c’è chi vorrebbe eliminare il circo, la più antica forma di spettacolo che l’uomo conosca.

“Ho parlato della caccia ma lo stesso ragionamento vale anche per il circo. Io guardo sempre con sospetto al tentativo di cancellare esperienze che hanno secoli e secoli di storia, che hanno attraversato le generazioni e che improvvisamente vengono demonizzate. Vale per il circo e vale anche per il palio di Siena. Come si fa a definirli spettacoli incivili? Fanno parte della cultura e delle tradizioni di un popolo da generazioni. Il circo ha ispirato il cinema, la letteratura, la pittura, … Sono incivili solo per chi, come gli animalisti, ha preteso introdurre una gerarchia del tutto sbagliata e innaturale, che fa violenza – questa sì – alla realtà. Sia chiaro, è perfettamente giusto che i cavalli del palio di Siena corrano i minori rischi possibili e che gli animali dei circhi siano controllati da ogni punto di vista. Ma per questo non servono gli animalisti, basta vigilare sul rispetto delle leggi vigenti”.

Invece certe organizzazioni sostengono che sia contro natura l’ammaestramento degli animali.

“Questa è un’altra assurdità. Ammaestrare non è contro natura. Se ci pensiamo bene, anche l’uomo viene in un certo senso “ammaestrato” sin dalla più tenera età. I bambini che vanno a scuola a 6 anni e trascorrono cinque ore sui banchi, oppure anche prima alle materne e al nido, non vengono forse educati, anche attraverso il sacrificio, a crescere in un mondo che ha delle regole e nel quale non vige la legge del buon selvaggio? I bambini vengono “ammaestrati” e imparano a scrivere ma anche a comportarsi nel rispetto degli altri, a rispondere educatamente e così via. Tanto più è normale ammaestrare un animale e farlo esibire, ad esempio in uno spettacolo del circo, ed è ovvio che questo non prevede il maltrattamento e chi dovesse farlo è giusto che venga severamente punito. Ma su questo, ripeto, la normativa italiana non difetta”.

Senatore, un suo collega del Pdl, Valerio Carrara, da mesi presenta interrogazioni per ottenere risposte ad alcune domande che riguardano anche i finanziamenti dello Stato alle associazioni animaliste, ma incontra – per usare le sue parole – un “muro di gomma”. Come mai?

“Non conosco questo problema, se il senatore Carrara vorrà parlarmene, sarò pronto ad ascoltarlo e ad attivarmi per fare in modo che ottenga risposta dal governo”.

Claudio Monti