Servizio e fotografie di Stefania Ciocca
Seguire un’audizione del Cirque du Soleil è un’esperienza che ha dello straordinario: estremamente interessante, nulla di altisonante, niente che faccia pensare che si è in presenza di coloro che contribuiscono a creare i più moderni e affascinanti spettacoli che hanno rinnovato il più grande spettacolo del mondo.
Ma nel suo presentarsi in maniera quasi dimessa, la realtà delle audizioni del Cirque du Soleil insegna moltissimo, permette di conoscere modalità di lavoro basate su collaborazione, divertimento e autenticità e… si ride di gusto.
Le audizioni in realtà si suddividono in casting per artisti, nella cui categoria rientrano acrobati, ballerini, giocolieri e musicisti, e in casting per clown, mimi e attori fisici. Questi ultimi sono stati i soggetti ricercati durante l’audizione tenutasi a Milano al Piccolo Teatro Studio nelle giornate del 6 e 7 ottobre 2011.
Venerdì 7 ottobre nello spazio circolare e particolare consentito dal Teatro Studio (nato proprio come ambiente dedicato al lavoro e allo studio dell’attore) erano presenti 24 candidati, 23 uomini e una donna, in totale nelle due giornate sono stati una trentina gli artisti che si sono sottoposti all’esame per coronare il sogno di entrare a far parte della grande famiglia del Soleil. Nella squadra dei selezionatori erano presenti quattro persone, ovvero Yves Sheriff, responsabile delle relazioni pubbliche e “moderatore” del casting; Onofrio Colucci, collaboratore di Yves nonché traduttore; François e Yana, l’uno addetto alle foto e l’altra al video.
L’obiettivo iniziale è stato quello di creare un contatto assolutamente informale, attuato grazie ad alcuni accorgimenti propri del training e delle discipline dello spettacolo in generale, gestite con leggerezza e, soprattutto, divertimento.
I partecipanti avevano un numero apposto sui loro abiti e poiché il rischio di entrare in competizione l’uno con l’altro è elevato, Yves ha dato l’avvio alle selezioni con un esercizio dalla duplice valenza: utile per Yves stesso al fine di vedere le caratteristiche fisiche di ogni partecipante, e utile ai candidati per poterli fare entrare in contatto tra loro. L’esercizio consisteva nel disporsi in fila immaginando di essere su un filo da funambolo posto a 8 metri di altezza, e ciascuno doveva aiutarsi con il vicino a spostarsi lungo il filo al fine di riordinarsi tutti in ordine crescente in base al numero di ogni pettorina.
Sotto lo sguardo della telecamera di Yana e, soprattutto, sotto la sguardo attento di Yves, i numero si sono succeduti rapidamente mostrando le diverse caratteristiche, la specifica dimestichezza di ogni partecipante.
A prendere parte a questa audizione vi era una vasta gamma di tipologie: dai giovani appena usciti dall’accademia teatrale a prestigiatori, passando per attori, cabarettisti, professionisti del settore teatrale, chi con più o meno preparazione accademica.
Per l’ora di pranzo la prima selezione ha visto rimanere 10 candidati: la comunicazione è avvenuta in maniera semplice e discreta, elencando solo il numero di pettorina di ciascun partecipante. Yves si è reso disponibile a fermarsi a parlare con ciascuno dei non selezionati in modo da dare suggerimenti e indicazioni. Durante il resto della giornata le selezioni sono avvenute man mano attraverso una discreta scrematura, senza giudizi manifestati pubblicamente o caduti dall’alto, ma con il sorriso, con una possibilità non sprecata nel vuoto e con i giusti suggerimenti da perseguire per continuare a migliorare.
A ben spiegare l’affermazione del binomio clown-vino, è uno degli attori selezionati, Sergio Di Paola.
Gli altri partecipanti arrivati sino alla fine del percorso non hanno meno di 10 anni di esperienza di studio o lavoro alle spalle: Aaron, originario di Innsbruck, è il più giovane, ha 30 anni e da 10 pratica le attività di giocoliere, mimo e clown grazie anche agli studi effettuati alla Scuola di Clownerie di Magonza. La sua particolarità è quella di avere un’esuberante fisicità, sintomo del suo voler esprimere ciò che ha dentro, come dice al momento di presentarsi davanti alle telecamere del CdS.
Tra loro hanno saputo divertirsi, collaborare, coinvolgere, e improvvisare pezzi di comicità di spessore, sia spontaneamente, sia su indicazioni di Yves che voleva vederli valorizzare determinate caratteristiche.
E non si può negare sia stato un autentico piacere vedere artisti così bravi all’opera, meritevoli del loro successo.